Percassi: "Ceferin certifica che il calcio ha bisogno dell'Atalanta. Inter, Juve e Milan devono restare in A"
"Le recenti parole del presidente Uefa Aleksander Ceferin certificano il lavoro della nostra società. Abbiamo bisogno di club come l'Atalanta, tutti hanno occasione di vincere. Il calcio deve essere imprevedibile, ciò lo rende meraviglioso. L'Atalanta ritiene di sostenere la meritocrazia. Abbiamo atteso qualche ora prima di esprimerci. Sono state scritte delle falsità: Milan, Inter e Juve sono società importanti, devono assolutamente far parte della Serie A". Così l'ad dell'Atalanta Luca Percassi, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della gara tra Roma e Atalanta, ha parlato dopo gli aggiornamenti delle ultime ore in merito alla Super League.
È più arrabbiato o deluso?
"Questa è un’occasione utile, con uno scossone simile dobbiamo raccogliere delle opportunità. Siamo nella Uefa per imparare, ma dobbiamo migliorare qualcosa del calcio italiano. Non parliamo mai di calcio. Dal nostro punto di vista la storia dei fondi era una vergogna assoluta, noi abbiamo bisogno di parlare di calcio. È un argomento che in assemblea manca. Abbiamo preso delle posizioni forti rispetto all’operazione dei fondi, è contro ogni logica.
Bisogna cambiare qualcosa?
"Grazie alle competizioni europee è cresciuta moltissimo, soprattutto in termini d’esperienza. Lunedì si è approvata la riforma della Champions. Questi sono processi lunghi oggetto di grandi mediazioni, il calcio è di tutti. Non appartiene a qualcuno. Qualunque modifica che tocca l’ambito europeo ha bisogno di processi lunghi".
Ci possono essere penalizzazioni?
"Errare è umano, se ne stanno rendendo conto. Il calcio va dalla piccola alla media realtà tutti quanti meritano rispetto".
Si aspetta una dimissione di Agnelli?
"Secondo me no. È una domanda particolare, all'interno di un percorso ognuno è libero di comportarsi come crede. Non posso giudicare ciò che un presidente fa. C'è bisogno di tutti e dell'esperienza di tutti, basta".
Può essere uno strascico dopo la Superlega?
"Penso che ci siano degli aspetti positivi. Il calcio è dei tifosi. Si viene da un anno in cui i tifosi sono lontani, ma giustamente il calcio è dei tifosi e delle società. Bisogna far tutto quello che è possibile affinché si parli di calcio".
Le parole di Agnelli?
"Andrea, quando sono uscite quelle dichiarazioni, ha chiamato subito il presidente. Voleva esprimere un concetto diverso, ha chiamato scusandosi. Voleva esprimere che società grandi, abituate a competere, possono avere maggiori necessità a livello finanziario. Il tema Superlega è sbagliato nei principi, lo sport e il calcio è meritocratico, ma ha dimostrato rispetto".