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Pio Esposito: "Cresciuto all'Inter, ecco perché ho scelto lo Spezia". Poi esalta Dzeko e Skriniar

di Stefano Bertocchi

"I miei amici da piccoli tifavano per Juve, Inter, Milan... e io per la Juve Stabia. Una squadra che loro neanche conoscevano". A parlare è Francesco Pio Esposito, attaccante di proprietà dell'Inter ma in prestito allo Spezia e atteso dalla sfida proprio con la Juve Stabia. Il classe 2005 è protagonista di una lunga intervista ai microfoni di Calciomercato.com. 

Quest'anno ti aspettavi di giocare così tanto nello Spezia?
"Quest'estate avevo qualche possibilità ma dal primo secondo ho deciso di tornare allo Spezia perché ho trovato un mister che mi ha rivoluto fortemente e che mi aveva dato molta fiducia. Stesso discorso per il gruppo e compagni di squadra con i quali mi sono trovato molto bene... Sono arrivato e mi hanno dato la possibilità dall'inizio di giocare subito alla prima e ho fatto gol contro il Pisa e da lì ho quasi sempre giocato...".

A quanti gol vuoi arrivare?
"Una cifra in testa ce l'ho, ma non l'ho mai detta e non voglio farlo per scaramanzia".

Che effetto fa avere tuo fratello Salvatore nella stessa squadra?
"L'anno scorso, essendo il primo, era un po' strano; ora ci sono più abituato. Poi è chiaro che giocando insieme da sempre in campo ci conosciamo a memoria".

Chi è il fratello che ti dà più consigli?
"Da fratello più grande dei tre, Salva mi dà tanti suggerimenti sulla vita fuori dal campo; Seba gioca nel mio stesso ruolo e mi dà qualche consiglio di campo".

Quello col quale litighi di più?
"Da piccoli capitava spesso con Seba: lui mi provocava e io mi arrabbiavo subito, così chiamavo Salvatore che da fratello maggiore veniva a difendere il più piccolo".

Chi ha più maglie da calcio? 
"Sebastiano è quello che ne ha portate di più, quando ha fatto l'anno di Serie A con l'Inter ne ha portate tante importanti tra le quali quella della Juventus di Ronaldo".

L’estate 2023 per te vuol dire vittoria dell’Europeo Under 19.
"Portare la bandiera italiana sul tetto d'Europa è stato un orgoglio incredibile. Inoltre ha rappresentato una sorta di riscatto perché venivo dal Mondiale Under 20 perso in finale".

Cosa aveva quell’Italia più delle altre nazionali? 
"Eravamo un gruppo molto unito e avevamo fame di vittoria. Bollini aveva organizzato tutto in modo maniacale, in particolare ci faceva lavorare molto sulle palle inattive".

Quest’anno stai sentendo qualcuno dell’Inter? 
"Ci sono ex compagni con i quali ho giocato dai 10 ai 18 anni: Di Maggio (oggi al Perugia, ndr), Stankovic (Venezia), Owusu (Novara)... ancora oggi ci sentiamo spesso. E poi ogni tanto mi arriva qualche messaggio dai dirigenti per farmi i complimenti".

Cosa rappresenta per te il club nerazzurro? 
"Per dieci anni ho vissuto più a Interello che a casa mia, è stato il posto dove sono cresciuto".

Chi è stato il giocatore della prima squadra che ti ha impressionato di più?
"Edin Dzeko, per la sua semplicità nel fare cose complicatissime".

E il difensore più difficile da superare?
"Milan Skriniar, arrivava ovunque".

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