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Rummenigge: "Una crisi globale, ma la Bundes ripartirà per due motivi. Quando? Non si sa"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

"Siamo dentro una crisi globale. Globale e spaventosa. Qui in Germania non abbiamo ancora i numeri dell’Italia, ma il livello di attenzione adesso è altissimo. La gente è molto disciplinata, da due settimane le restrizioni sono simili alle vostre, possiamo uscire per motivi di lavoro e per fare la spesa". Lo racconta Karl-Heinz Rummenigge, intervistato dal Corriere dello Sport. Il dirigente del Bayern ed ex attaccante nerazzurro spiega il momento vissuto in Germania e le chance di ripresa anche a livello europeo. 

A differenza nostra, avete ripreso ad allenarvi. 
"Eravamo fermi dall’8 marzo, ultima partita quella con l’Augsburg in casa. Da tre giorni ci alleniamo a gruppi di quattro o cinque, rispettando i protocolli sanitari, ma in precedenza i nostri avevano seguito le indicazioni del tecnico sostenendo dei cyber-allenamenti. Delle videocall, tutti i giocatori collegati, durante le quali il preparatore atletico segnalava gli esercizi da fare. Novanta minuti di lavoro per volta". 
 
Ripartite davvero il 9 di maggio? 
"È tutto provvisorio. Sappiamo però che è necessario ricominciare. Per due motivi. Il primo è quello sportivo. Bisogna assegnare il titolo, sapere quali squadra parteciperanno alle coppe, chi retrocederà. Il secondo, non meno importante, è economico. Anche da noi le televisioni che trasmettono le partite hanno forte incidenza sui ricavi. Devono ancora versare l’ultima rata, e in particolare con Sky, la principale, il dg della Lega sta trattando le condizioni. Sappiamo che pagheranno, ma intorno al 15 ci sarà un altro check. Bisogna innanzitutto capire come evolve la situazione. Aspettiamo soltanto la luce verde del governo. Disciplina e sensibilità sono i nostri punti di forza". 
 
La squadra ha accettato un taglio del 20 per cento. 
"Nessuno ha imposto percentuali, posto condizioni o altro. Tutti noi, manager, dirigenti, tecnici e giocatori abbiamo scelto di ridurre del 20 per cento lo stipendio di aprile per garantire che non fossero toccati quelli degli impiegati, di tutto il personale che lavora nel club. Non c’è stata discussione. Altre società della Bundesliga hanno fatto la stessa cosa. Non escludo che il taglio possa interessare altri mesi. Ne riparleremo. Oggi bisogna fare sacrifici soprattutto per rendere possibile e sostenibile il futuro. Ripeto: c’è grande sensibilità, tanta consapevolezza. E tantissima disciplina". 
 
Infantino sta studiando un piano Marshall per il calcio. 
"Mi auguro che intervenga in modo sostanzioso per aiutare le leghe attraverso un fondo di solidarietà. Deciderà lui chi assistere, determinante è che i soldi non finiscano nelle mani sbagliate". 
 
È davvero convinto che il calcio possa uscirne migliorato? 
"Penso che anche i club con consistenti liquidità, pochi peraltro, saranno molto più attenti a spendere. La contrazione dei prezzi e dei salari sarà inevitabile. Sono molto preoccupato per i Paesi più piccoli, per le leghe più piccole, per i club più piccoli che potrebbero subire danni irreversibili. Oggi i ricavi sono a zero per tutti. La condivisione del rischio è fondamentale, soprattutto quando la crisi colpisce tutti". 


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