Sacchi: "Guardiola sentiva parecchio il peso della finale con l'Inter. A Istanbul non il miglior City, ma ci sta"
Arrigo Sacchi racconta il Pep Guardiola dopo il trionfo di Istanbul, dove il catalano ha completato il suo secondo Triplete da allenatore portando per la prima volta sul tetto d'Europa il Manchester City grazie alla finale vinta contro l'Inter. "Nella passata stagione, quando non vedevo il suo City muoversi come lui avrebbe desiderato, gli scrissi che faceva poco pressing, che il calcio è movimento, velocità, attacco degli spazi - le parole del Profeta di Fusignano alla Gazzetta dello Sport -. Pep mi ha ascoltato, ha ragionato sulle mie parole e guardate come si muoveva bene il City di quest’anno. So che sentiva parecchio il peso della finale contro l’Inter. Non aveva mai vinto la Champions con gli inglesi, nonostante il club avesse speso tantissimi soldi per accontentare tutte le sue richieste. Essendo un ragazzo molto intelligente e molto sensibile, avvertiva questa responsabilità e voleva a tutti i costi mettere la coppa in bacheca: lo voleva per i suoi ragazzi e per i dirigenti più che per se stesso, perché Pep, come dovrebbe essere per tutti gli allenatori, è uno che guarda prima agli altri, al gruppo, e poco si occupa del tornaconto personale".
E a proposito di quanto successo sabato scorso, Sacchi ammette candidamente di non aver visto la miglior versione stagionale dei citizens: "Contro l’Inter il Manchester City non ha disputato la sua miglior partita, ho visto poco pressing, poco ritmo, pochi attacchi negli spazi. Mi è sembrato che la squadra fosse stanca, ma ci sta: hanno tirato la carretta per tutta la stagione. Adesso che hanno conquistato tre trofei possono rilassarsi, anche se sono convinto che il mio amico Pep non lo farà. Lui vive di calcio pure in vacanza, e questa è la sua forza".