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Sala: "San Siro per Inter e Milan: la mia idea. Zhang? Massima disponibilità"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Giuseppe Sala, il nuovo sindaco di Milano, ha parlato del futuro dello stadio 'Giuseppe Meazza'. Ecco qualche passaggio.

Sindaco Sala, cos’ha in mente per San Siro? Niente più nuovi stadi a Milano?
"Ricordo l’interesse che c’era da parte di Inter e Milan sull’area Expo. Oggi, con grande pragmatismo, noto che non c’è la volontà di fare un nuovo stadio, si è perso il momento. E l’Inter è fortemente determinata a rendere San Siro più in linea con le esigenze attuali. Poi c’è il museo dello stadio che, pur non avendo spazi straordinari, fa numeri pazzeschi. Insomma, ormai nessuno mette più in discussione San Siro, adesso che l’accessibilità è stata risolta con l’arrivo della metropolitana M5. E allora lancio l’idea di un San Siro per due".

Il Meazza è già condiviso dai due club di Milano. Come cambierebbe?
"Lo stadio, nella mia idea, verrebbe sdoppiato con uno spazio esterno per l’Inter e uno per il Milan. Ci sono due aree utilizzabili: una quella adiacente al Trotto che oggi potrebbe essere finalmente sfruttata, anche se c’è da fare una trattativa privata con Snai, e l’altra sul versante opposto, su terreni di proprietà comunale. Queste aree funzionerebbero come lounge, per la ristorazione, l’hospitality, lo store. Andando avanti con la fantasia si può immaginare di dividere idealmente lo stadio non solo con lo spogliatoio dell’Inter da una parte e quello del Milan dall’altra ma con tribune autorità e sky box da entrambi i lati e due ingressi separati. Metà stadio nerazzurro e l’altra metà rossonero".

Quali sarebbero i vantaggi per Inter e Milan?
"Ci sarebbe una caratterizzazione dell’impianto per le due società, che adesso sono costrette a lavorare in maniera precaria cambiando il layout ogni settimana e condividendo gli stessi spazi. Noi, come amministrazione, possiamo facilitare i processi urbanistici per dare dignità a questa area, mantenendo una vocazione sportiva".

In tutta Italia, tranne rare eccezioni, i progetti per una nuova generazione di impianti calcistici sono rimasti nel cassetto anche perché le società hanno accampato la scusa delle mancate compensazioni, che la nuova legge non risolve. Cosa promette a Inter e Milan?
"Escludo sviluppi residenziali per San Siro, dico sì allo sfruttamento delle aree interne ed esterne per le attività connesse al calcio. Il Comune sarebbe disponibile anche a cedere l’impianto, di fronte a un’offerta seria. Altrimenti potremmo rinnovare la convenzione con le due società a lungo termine: già adesso una parte dell’affitto viene scontata per le spese destinate alle migliorie, siamo pronti a ridurre ulteriormente il canone, purché si faccia un investimento per trasformare San Siro".

Quanto potrebbe costare un intervento di questo tipo alle due società? Un centinaio di milioni?
"Molto meno. Le due strutture esterne che immaginiamo sono light. C’è da lavorare soprattutto all’interno".

Quali sono i tempi?
"Se fosse per Suning si siederebbe al tavolo già domattina. Zhang Jindong è un imprenditore serio, concreto, che sta coi piedi per terra, sono sicuro che la proprietà nerazzurra investirà in maniera significativa sull’Inter e sul territorio. Ai manager di Suning piace San Siro, ne apprezzano il fascino, la storia, il suo tratto iconico che è “vendibile” in tutto il mondo. Ne ho parlato con loro anche dopo Inter-Juve e c’è la massima disponibilità a investire sull’impianto, ma sono in attesa di capire cosa succederà al Milan. Capisco la situazione rossonera, non mi è chiara, aspettiamo e vediamo come evolve. Possiamo aspettare qualche mese, ma dopodiché l’amministrazione comunale avrebbe il dovere di agire e, di conseguenza, si metterebbe a discutere direttamente con l’Inter".


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