Strama e i retroscena del tridente: quella chiamata...
Fonte: Sky
Una pazza idea: a Torino col tridente. Andrea Stramaccioni, con la sua spensieratezza (citazione obbligatoria per il d.g. bianconero Marotta), ha letteralmente spiazzato tutti. Come si può osare al punto da scendere in campo contro la Juventus, nella tana invicibile, con Rodrigo Palacio, Antonio Cassano e Diego Milito insieme? Si può, si può. E Stramaccioni lo ha deciso un minuto dopo la sfida contro la Sampdoria, vinta col tridente nel turno infrasettimanale. Lo rivela Andrea Paventi di Sky Sport: l'allenatore in quel momento aveva preso la sua decisione. Troppo forte la tentazione di puntare su quei tre, tanto che nel post-partita Strama lascia le porte aperte a ogni soluzione. Qualcosa di più di un indizio. Una vera e propria prova.
Stramaccioni decide subito dopo la Samp, quindi. La Juve si attacca col tridente. Ma prima, telefonata e intesa d'obbligo con il presidente Massimo Moratti: l'allenatore gli spiega la sua idea, il presidente gradisce e lo carica. Tutti d'accordo, si va allo Juventus Stadium con tre punte, per azzannarli e vincerla. Da venerdì, nel bunker di Appiano, Stramaccioni prepara il suo capolavoro: alternanza delle punte a infastidire Pirlo, movimenti rodati per il raddoppio sugli esterni, ripartenze rapide e fase di possesso studiata. Programmato anche il cambio Cassano-Guarin, perché Fredy è stato identificato come pedina ideale da mettere a gara in corso per dare il colpo di grazia a una Juve col fiatone. Tutto perfetto, neanche Tagliavento e compagni hanno potuto rovinare una partita vinta nella testa, prima ancora che in campo. Perché il tridente era scritto, nonostante i bluff in sala stampa. Prendere o lasciare: Stramaccioni è fatto così. E vince, anche nella terra degli invincibili.