Strama-story - Esordi da incubo, poi il lieto fine
Fonte: Gazzetta dello Sport
Sempre male all'esordio, poi la fine è dolce. Andrea Stramaccio, in carriera, spesso è partito male per finire benissimo. Lo racconta la Gazzetta dello Sport.
"Esordì con una sconfitta interna Stramaccioni, ma nei mesi successivi si meritò una promozione sul campo e un secondo esordio, perso pure quello, e sempre in casa. E anche quella volta chi doveva valutare il suo operato fu talmente soddisfatto da affidargli un incarico ancor più importante, lui che era arrivato alla Roma per allenare gli Esordienti, e dopo un mese di lavoro era già sulla panchina dei Giovanissimi Regionali, due anni più grandi. Settembre 2005, finale di un torneo come tanti, Lazio-Roma 3-0: Bruno Conti vede la squadra involuta e decide uno dei suoi rarissimi esoneri a stagione in corso, via Dario Pisani (da qualche settimana sulla sponda opposta, la panchina dei Giovanissimi Nazionali della Lazio, al posto dell’ex ct della Nazionale di calcio a 5 Nuccorini) e Stramaccioni scala due categorie. In un campionato regionale a Roma spesso l’unica partita di livello è il derby con la Lazio: quella volta capitò proprio alla prima giornata. Stramaccioni prese la squadra di giovedì, due giorni dopo giocò la sua prima gara ufficiale da tecnico della Roma perdendola (0-1) contro lo stesso collega che aveva battuto il suo predecessore: Paolo Benetti, cognato e assistente tecnico di Ranieri, nello staff dell’Inter fino alla scorsa settimana.
Doppio lavoro - Stesso campionato, fine aprile: i Giovanissimi Nazionali della Roma si lasciano faticosamente alle spalle l’Ascoli, chiudendo il girone dietro Cisco e Lazio (Faraoni e Macheda in squadra). Qualificati, ma l’abbinamento degli ottavi fa paura: l’Atalanta è campione d’Italia in carica, in 22 partite ha raccolto 20 vittorie e 2 pareggi, 66 gol fatti, 4 subiti. E l’allenatore se ne va, ufficialmente per motivi di salute: Stramaccioni deve giocare la finale coi Giovanissimi Regionali, Conti gli chiede di allenare due squadre contemporaneamente. Per l’esordio coi ’91 lancia da titolare uno che non giocava mai (Bertolacci, che difatti lo ringrazia a ogni intervista), la squadra parte fortissimo, l’Atalanta è alle corde. Poi il difensore centrale con meno talento (l’altro, Brosco, sta in B con Zeman) inventa uno di quei retropassaggi da centrocampo troppo corti per il portiere ma perfetti per il centravanti avversario, e la qualificazione vola via. Si tenta la rimonta, arriva il contropiede: 0-2 a Trigoria, 0-0 a Bergamo, coi complimenti di Mino Favini, lo scudetto andrà all’Inter di Destro, Obi e Caldirola.
Bene lo stesso - Ma Conti è contento, e gli affida nuovamente i Giovanissimi Nazionali, stavolta da inizio stagione: vince l’esordio e pure il campionato. Nuova promozione, e con gli Allievi i debutti non hanno storia: 2-0 a Frosinone, 7-0 a Benevento, 3-0 a San Giovanni Valdarno, 3-1 con L’Aquila. Poi la sberla: la prima ufficiale da tecnico dell’Inter è anche la prima della Next Gen Series, Tottenham-Inter 7-1. Come sia andata a fine è cronaca recente, o forse già storia".