Stramaccioni: "Vorrei più presidenti come Moratti. A Torino fu una vittoria dell'interismo"
Intervistato da Calciomercato.com, Andrea Stramaccioni, ex tecnico dell'Inter, torna con la mente alla grande vittoria allo Juventus Stadium del 2012: "E' stata una vittoria dell’interismo, so di essere stato il primo allenatore a vincere allo Stadium e so che la rivalità tra Inter e Juve è anche a volte superiore a quella col Milan. Quella Juve era quasi invincibile, allenata da un maestro come Antonio Conte, ma l’Inter coi suoi campioni fece una grande partita con Milito, Cassano, Cambiasso, Samuel, Handanovic, sicuramente dimentico qualcuno. Segnò Palacio, c’era Guarin, quella partita ci diede tanto e valse triplo quella vittoria per come arrivò. Ce la giocammo a viso aperto. C’era stata qualche scaramuccia prima della partita, era tesa la vigilia del big match, Beppe Marotta commentò una cosa sulle tre punte, poi mi chiarii con lui. Entrammo in campo molto carichi, una vittoria da campioni contro una super Juve”.
Stramaccioni ha anche una parola per Massimo Moratti, che lo volle alla guida della prima squadra dopo la vittoria della Next Gen Series: "È stato un grande presidente, ne vorrei più come lui, adesso vedo più figure commerciali. Gli illustrai la mia Inter e gli dissi quel poco che sapevo fare. Di fronte a quei campioni tecnicamente è difficile insegnare qualcosa, devi convincerli in modo importante. Io oltretutto non sono stato un grande giocatore. Avevo una squadra di campioni. Moratti è un appassionato, ma anche intenditore e lui alla fine della chiacchierata mi disse che ero il nuovo allenatore dell’Inter. Era un sogno per me, davvero, io mi sono laureato in legge e prima allenavo, ma intanto lavoravo in uno studio legale. Lui dietro la panchina quando allenavo la Primavera per sentire cosa dicevo ai giocatori? Giocavamo nello stadio del Tottenham contro l’Ajax e mi colpì molto, l’atmosfera e tutto. Moratti era lì dietro di me, invece di andare in tribuna vip si mise dietro di me. Qualche parola mi scappò, ovviamente, ma non penso che il presidente fosse lì per quello ecco. Eravamo anche rimasti in 10".