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Tasca: "Interspac, personalmente nutro forti dubbi: vi spiego perché"

di Mattia Zangari
Intervistato dal Sole 24 Ore, Roberto Tasca, avvocato e assessore al bilancio del comune di Milano, ha offerto il suo punto di vista sul progetto di azionariato popolare di Interspac promosso da Carlo Cottarelli: "Ci sono due sostanziali interrogativi: il primo riguarda la capacità intrinseca di raggiungere un equilibrio economico della società nerazzurra e la sua attuale struttura patrimoniale. La seconda riguarda il ruolo prospettico degli azionisti minori e le adeguate forme di tutela del risparmio che devono prevalere, quando si procede alla sua sollecitazione pubblica per finanziare un’operazione come quella in esame".

Il primo punto interrogativo è legato alle difficoltà economiche che attanagliano il club milanese e in generale il calcio italiano. "Sembra molto probabile che, prima di arrivare al ripristino delle condizioni di equilibrio economico per l’Inter dovrà trascorrere qualche anno, durante i quali, tutti i soci, in proporzione alle quote di partecipazione o comunque pro-quota, dovranno ricapitalizzare se i limiti previsti dagli artt. 2446 e 2447 del CC fossero violati, non potendosi superare le previsioni dell’art. 2265 del CC, che vieta il “patto leonino””.

Su questo tema si innesta a sua volta quello della tutela del risparmio, sottolinea Tasca: "Posto che la raccolta dai tifosi persone fisiche si configura come sollecitazione, affinché Interspac realizzi il proprio fine richiederebbe l’obbligo di un prospetto informativo da sottoporre preventivamente alla Consob. Oltre ai tempi tecnici per l’autorizzazione, vi è certamente un importante elemento da considerare. Nel documento, andrebbero indicate le prospettive di redditività dello stesso e i rischi conseguenti. Ciò implicherebbe a priori, aver definito attraverso quali modalità l’Inter potrà produrre durevoli condizioni di equilibrio economico e finanziario. E questo riporta il problema all’origine. Ovvero: è pensabile che attraverso Interspac si concretizzi questo percorso virtuoso? Personalmente nutro dubbi. Prima vengono le condizioni strutturali per l’equilibrio economico, poi si può pensare a variare le forme di controllo aprendo al singolo risparmiatore-tifoso. Il rischio di un percorso inverso è tutto a carico dei piccoli risparmiatori".

 
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