Toldo: "City favorito, ma l'Inter è l'avversario peggiore. Allo stadio ho notato un aspetto"
Francesco Toldo è intervenuto questa mattina a Radio Anch'io Lo Sport. L'estremo difensore ha giocato con Fiorentina e Inter, due finaliste di Conference e Champions League. "Un doppio appuntamento che fa parte della mia storia personale. So quanto affetto provano i tifosi di Fiorentina e Inter nei confronti delle proprie squadre. Arrivare a queste finali è un sogno e bisognerà affrontarlo al meglio. Finalmente l'Italia è tornata ai livelli che le competono, sperando di restarci a lungo. Spero anche non sia un evento sporadico. Tifo Fiorentina col cuore e Inter perché lì mi ha portato la vita. Aiutiamo queste squadre", racconta l'ex portiere.
"La partita del City col Real è stata impressionante - aggiunge Toldo -. E' il gioco che Guardiola faceva al Barcellona. Ma l'Inter non è una squadra normale, è anche imprevedibile nel DNA. Tra le avversarie che poteva incontrare l'Inter è la peggiore. Può far male, va dritta al gol. Ha muscoli, l'attacco è sempre sul pezzo e ha sistemato anche la difesa. Le critiche subite da Inzaghi lo hanno fatto maturare e concentrare ancora di più. E' stato molto elegante nel non reagire ancora di più. Ha fatto tesoro. E' difficile un pronostico. Il City è favorito, ma se l'Inter è arrivata in finale è merito dei ragazzi che hanno dato tutto e vedo sinergia con società e pubblico. Allo stadio ho visto un pubblico che ama, rispetta e sostiene questa squadra".
"Serviranno testa e corpo - continua l'ex portiere - C'è una settimana per prepararsi. Sarà fondamentale arrivare anche solo in undici a fine gara, se ne perdi uno con il loro possesso palla... La sfida è equilibrata, è un terno al Lotto. Sono partite da vivere, che giocatori e tifosi ricorderanno per tutta la vita. L'Inter non ha nulla da perdere perché tutti sappiamo che il City è una grande squadra e le attese son differenti".
C'è anche chi, tra i colleghi vecchi e nuovi, è arrivato a 40 anni e oltre. "Ho staccato dal calcio ma l'età non si nasconde. Puoi arrivare fino a 40 anni e le nuove regole per i portieri aiutano perché sei più nel gioco. Se poi riesci a non infortunarti arrivi a 40, ma non hai l'esplosività del ventenne. Nella vità bisogna accettare il passare del tempo serenamente, essere felici quando si comincia e altrettanto quando si finisce. Dispiaciuti, ma felici di aver coronato il sogno di una carriera. I portieri italiani sono in ripresa, è un ruolo simbolo del calcio. Zoff, Zenga, Tacconi, Peruzzi, Pagliuca e ricordo solo i primi che mi vengono in mente della scuola italiana. Con il cambio delle regole sono anche privilegiati i portieri non di statura elevatissima. Sono contento di vedere in alto un ragazzo come Meret, sfido chiunque a vincere un campionato col Napoli".
Una battuta anche su José Mourinho. "La Roma arrivando in finale ha fatto più di quel che doveva fare. Lui si mette sempre sugli scudi per la squadra. Riuscissimo ad avere il sangue freddo che una volta finita la gara si tratta di sport sarebbe la vittoria dello sport stesso, ma stiamo parlando di un clima teso in una gara eterna. Qualche fallo e un rigore non fischiato mandano in fumo i sacrifici di una stagione, guidata a fatica ma bene". Infine il ritiro di Ibrahimovic. "Credo sia stata una sofferenza perché nell'ultimo anno non ha mai giocato. Per lui come per Quagliarella la vita ricomincerà, auguro loro tanta serenità lontano dai riflettori - dice ancora Toldo - Sotto questo aspetto il mental coach credo sia basilare per gestire le situazioni a 20-25 anni".