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Toldo racconta: "Mani addosso tra me e Muntari prima di Barça-Inter. Mourinho si buttò in mezzo e ci disse..."

di Stefano Bertocchi

"Maignan è super nelle uscite. Sommer infonde sicurezza alla difesa. Quella del Milan invece mi pare un disastro". Inizia con un confronto tra portieri la chiacchierata di Francesco Toldo con La Repubblica nel giorno del Derby di Milano.  

Chi fra i due le somiglia di più?
"Nessuno, il calcio cambia. Zoff, un mito, passava le mezz’ore a perdere tempo con Gentile. Oggi dovrei aggiornarmi, soprattutto coi piedi".

Più difficile parare i rigori di Morata o Çalhanoglu?
"Çalhanoglu è una creatura a sangue freddo. Quegli occhi dicono al portiere che non c’è spazio per nessun condizionamento mentale".

Il suo derby più bello?
"Dico il più brutto: il doppio pareggio in Champions che qualificò il Milan. Le regole erano quelle, ma ancora sogno di potermela giocare ai rigori".

Mourinho?
"Persona meravigliosa. Tratta meglio i deboli che i forti e non teme i conflitti. La sera prima della semifinale Champions a Barcellona io e Muntari ci mettemmo le mani addosso per una battuta a tavola. I compagni ci divisero. Mourinho si buttò in mezzo, poi disse: “Così mi piacete, andiamo in finale”".

E con Julio Cesar?
"Un ragazzo d’oro. L’ho aiutato, consigliato e guidato, anche se sapevo che era lì per prendere il mio posto. Siamo in buoni rapporti, come con Batistuta, Figo, Orlandoni. Con Adani e Vieri ci vogliamo bene, ma sono un orso, non il tipo da Bobo Tv".

Chi segnò il famoso gol alla Juve?
"Io! Vieri aveva i mattoni al posto dei piedi. Gliel’ho lasciato per fargli vincere il titolo di capocannoniere".

Quando ha capito che era arrivato il momento di ritirarsi?
"Nella notte del Triplete a Madrid. Andai da Moratti e gli dissi che per me bastava così. Rispose che se lo aspettava e mi abbracciò".

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