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Tutto Pagliuca: da Boskov all'Inter, passando per...

di Christian Liotta

Premium Calcio ripercorre la storia di Gianluca Pagliuca, un portiere dalla carriera luminosa, segnata, però, da una battuta di Vujadin Boskov legata a un errore: "Era un Bari-Sampdoria; segnò Platt, e quella volta si vide Boskov dire 'Ma chi ha sbagliato, Pagliuca?'. Anche il dottor Chiappuzzo gli faceva segno di no", rivela per La Tribù del Calcio. Da Bologna, luogo natio, alla Sampdoria di Mantovani, squadra ricca di talento ma dai caratteri non facili: "Ma l'importante era tenere solido lo spogliatoio". Sampdoria con la quale vinse il suo unico scudetto, il 5 maggo 1991 contro l'Inter a San Siro. Quel giorno Pagliuca parò tutto, anche il rigore di Matthaeus che poteva valere l'1-1: "Dopo quella parata, raddoppiamo. Quella parata cambiò il nostro campionato, rimarrà sempre immesso nella mente mia e dei sampdoriani".

L'anno dopo, arriva la finale di Wembley di Coppa Campioni contro il Barcellona, vinta dai catalani con una punizione di Ronald Koeman: "Vialli sbagliò due gol abbastanza clamorosi, questo è un suo grande dispiacere. Koeman, poi, calciò benissimo la punizione. Io sbagliai nel muovermi e la palla mi passò vicino, attraversando la barriera, e io l'ho vista solo all'ultimo momento". Dopo quella cocente delusione, i primi anni all'Inter, contraddistinti da quell'errore col Lugano che costò la qualificazione all'Uefa: "Un incubo, perché quell'errore mi costò la nazionale": L'esplosione qualche settimana dopo, a Napoli, con uno schiaffetto "a Paolo Cannavaro, all'epoca raccattapalle".

Poi, la risalita, fino all'anno 1997-98, quello di Ronaldo superstar ma anche della famigerata Juve-Inter, fino alla finale di Parigi vinta da capitano contro la Lazio: "Un ricordo bellissimo, ho ancora tutto il completo della serata". L'avventura all'Inter si conclude con l'avvento di Marcello Lippi; a 32 anni, c'è l'approdo nella squadra della sua città, Bologna. Anche qui, chiusura amara, con una retrocessione incredibile nel 2005: "Se ad aprile sei settimo e chiedi un premio Uefa, poi ti ritrovi retrocesso per uno spareggio, allora sei un po' responsabile. Ma senza Calciopoli, probabilmente ci saremmo salvati. Quella retrocessione la vivo ancora come un grande smacco".

Si ripercorre anche il Mondiale 1994, quello dell'errore con l'Eire, "dovuto al fatto che Sacchi mi voleva sempre molto alto", all'espulsione con la Norvegia, fino alla parata spettacolo su Julio Salinas nei quarti di finale e alla finale col Brasile, col bacio al palo che salvò Pagliuca autore di una papera sul tiro di Silva. "Se ricapitassi a Pasadena lo bacierei ancora. La sconfitta ai rigori? Brucia tanto, specie adesso, che ripenso a cosa potevo essere". Insomma, un portiere quasi campione, d'Italia e del Mondo: "Ma sono felicissimo di avere fatto tutto".

 


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Domenica 15 dicembre