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Ultras, il responsabile legale della FIGC: "Cosa rischiano Inter e Milan? La risposta sarà della Giustizia Federale"

di Stefano Bertocchi

Giancarlo Viglione, responsabile legale FIGC, si sofferma davanti ai cronisti a margine della presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC. Tra gli argomenti trattati ci sono ovviamente anche i possibili risvolti dell'inchiesta sulla Curva Nord dell'Inter e sulla Curva Sud del Milan. Ecco quanto raccolto da TMW.

Fino a dove posso spingersi le società nel rapporto con gli ultras?
"È una condotta normata nel codice, basta leggerlo, c'è l'Art. 25. Devono attenersi scrupolosamente a questo".

Cosa rischiano Inter e Milan se dovesse essere appurato che non lo hanno rispettato?
"Questa è una risposta che potrà dare la Giustizia Federale quando avrà concluso il suo lavoro".

Può essere tirato in ballo anche l'Art. 4?
"C'è un giudizio, un procedimento. Abbiamo letto, la Procura Federale ha chiesto gli atti alla Procura di Milano e ha aperto un indagine. Poi spetterà al procuratore. Si è parlato tanto dell'Art. 4, è una clausola residuale, ma sarà la Procura a verificare".

L'Art. 4 deve intervenire solo qualora non si siano verificati degli illeciti riferibili ad altri articoli.
"Io difendo e sono un grande difensore dell'Art. 4, ce l'ha la Spagna, la Francia, la Germania, la UEFA, il CONI e tutte le federazioni. Bisogna saperlo gestire, altrimenti corriamo il rischio che qualcuno sostenga che possa considerarsi contrario ai principi del diritto europeo. L'Art. 4 una clausola di salvaguardia che va gestita con grande equilibrio. Quando le condotte sono tipizzate si ha maggiore difficoltà a utilizzare una clausola di salvaguardia".

Si è parlato anche di responsabilità oggettiva. Per come è congeniata adesso, non è un meccanismo che rischia di mettere i club sotto il ricatto degli ultras?
"Al di là dei ricatti e dei fatti specifici, in questo codice di Giustizia Sportiva, c'è l'Art. 7, una norma che finora è stata poco utilizzata. Il presidente federale ha voluto una norma per effetto della quale questo principio di responsabilità oggettiva, che rimane e non può non rimanere, trovi un'attenuazione. Quando la società dimostra di aver fatto tutto il possibile affinché quella condotta non si realizzasse la sua responsabilità è esclusa o escriminata. Lo si deve fare non con un fogliettino, ma dimostrando al giudice che la società ha fatto tutto il possibile, anche attraverso l'utilizzo di modelli realmente ben fatti, ai quali il giudice deve riferirsi per verificare se la società ha fatto tutto il possibile. La responsabilità oggettiva continua a essere un principio assoluta del diritto sportivo, ma questo Art. 7 la attenua nel caso in cui la società dimostri di aver fatto tutto il possibile, che deve essere documentato. Questa novità è troppo 'nuova', per questo non è diventato forse patrimonio comune".

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