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Zamorano: "Inter, con Spalletti puoi puntare allo scudetto. Sul derby..."

di Matteo Serra

Ivan Zamorano è rimasto molto legato ai colori e ai tifosi nerazzurri, che non hanno mai dimenticato la passione che ha sempre messo sul campo. Alla vigilia del derby di Milano, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport: "Ricordo che sotto la Curva Nord ho segnato il primo gol in un derby, il secondo del 3-1 del 13 aprile 1997. corner dalla sinistra di Djorkaeff e... che stacco! Rimasi in aria per 10 minuti! Amo troppo questi colori, questo club per me è una famiglia. Sarò presente allo stadio, vorrei tanto festeggiare al 90’. Abbiamo qualcosa in più del Milan, ma occhio: nei derby tutto si azzera…".

SUL DERBY - "L’Inter sembra aver più fame, ma attenzione a questo Milan: mi piace, ha dei buoni giocatori e un bravo allenatore. Sarà una partita tutta da giocare in cui si partirà alla pari. Ci sarà da divertirsi…"

SULLA NUOVA INTER - "Qualcosa è cambiato rispetto agli ultimi anni, quando c’era troppa confusione anche sugli obiettivi da raggiungere. Si parlava di terzo posto, ma la realtà era un’altra. Si viveva un po’ alla giornata. Oggi, invece, c’è chiarezza: la Champions è l’obiettivo, ma una squadra come l’Inter può puntare allo scudetto".

SULLO SCUDETTO - "Juventus e Napoli stanno portando avanti da anni un progetto ben preciso. Prendete i bianconeri: idee chiare, denaro e da Conte in poi è stata una crescita continua. Mentre il Napoli, dopo Benitez, sta facendo altrettanto con Sarri, il miglior allenatore italiano con Spalletti. Per vincere servono molte cose: lungimiranza, pazienza e, perché no, anche un uomo-guida. A Torino c’è Nedved, l’Inter deve valorizzare sempre di più Zanetti".

SU SPALLETTI - "Un uomo forte con grande personalità. E' sicuramente un valore aggiunto. Mi piace molto. E sa perché? Sta cercando di far comprendere ai calciatori l’importanza di una maglia così pesante. E in campo si vede già la differenza rispetto a prima: ognuno sa ciò che deve fare. E non è finita qui, perché l’Inter può e deve migliorare ancora".

SULLA ROSA - "Il potenziale c’è. Vero, non è arrivato il grande nome, ma questo non deve essere per forza un limite. Consideriamo il recente passato: arrivavano ottimi elementi, ma nessuno di loro ha lasciato il segno. Contano mentalità e unione. Soprattutto in una squadra dove non ci sono dei veri top player".

SU PERISIC E ICARDI - "Perisic è un buonissimo giocatore, non è una stella. Su Mauro, invece, zero dubbi: un killer d’area, uno dei pochissimi numeri 9 puri rimasti nel calcio attuale. Dicono non sia abile nel gioco senza palla, ma quando serve c’è sempre. Giocatore determinante. A chi la fascia se non a lui? Non vedo altri in grado di indossarla. Forse il solo Handanovic".

SULLE RECENTI DELUSIONI - " Sono cambiate tante cose rispetto ai miei tempi. Per me questa maglia era e sarà per sempre una seconda pelle. Noi avevamo grinta, cuore e grandi campioni: Ronaldo, Djorkaeff, Baggio e Recoba facevano magie, io correvo per loro. Ed era un onore, mai un peso. Cosa è mancato dopo il Triplete? Bella domanda, tante cose... In primis si ricercava la quantità piuttosto che la qualità. E in un’Inter questo non deve esistere. Sono passati troppi giocatori, tanti dei quali non hanno mai compreso il valore di un club del genere. Nel frattempo si parlava di Champions senza avere una rosa all’altezza. E i tifosi si illudevano…"

SU SUNING - "Se c’è confusione ai piani alti anche la squadra ne risente. E il recente passato lo conferma. Ora la strada sembra quella giusta. Parlo tutti i giorni con Zanetti,, dice che i cinesi sanno quello fanno. Quindi sì, sono fiducioso".

SUL SUO EREDE - "Mio figlio Ivan De Maria, identico a me! Ha 9 anni, gioca nell’accademia del Boca Juniors di Miami. Il suo più grande desiderio è vestire le maglie di Real Madrid e Inter. Chissà che un giorno…"


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