Zanetti: "Samuel eterno giovane. E Milito stupirà"
Ad agosto compirà 38 anni, continua a macinare record nell'Inter e non ha intenzione di fermarsi nemmeno con la Nazionale argentina. Javier Zanetti è il giocatore che ha collezionato il maggior numero di presenze indossando la maglia dell'Albiceleste, 140. Fin dove vuole arrivare? "Sin dove il Signore vorrà, io ci sarò", afferma il capitano nerazzurro, intervistato da La Repubblica. Per lui è arrivata la convocazione anche in Coppa America, ennesimo riconoscimento verso un calciatore che non finisce mai di stupire. "Quando la Nazionale chiama, l'orgoglio è dentro. Però non ho mai vissuto una nuova chiamata contro questo o quello". Perché le esclusioni dai Mondiali del 2006 e del 2010 possono avergli provocato qualche rancore: "Le scelte vanno sempre rispettate - spiega Pupi -, e poi sapevo come stavano le cose. A buon intenditore, poche parole...".
Adesso Zanetti ha intenzione di continuare a correre ("Sin quando mi divertirò, sin quando il fisico mi dirà 'svegliati che devi andare all'allenamento', io ci sarò") e di riportare l'Argentina al successo dopo 18 anni di digiuni: "Le maledizioni non esistono, esistono situazioni che al momento lì per lì non ti spieghi, ma che poi la storia sa spiegare". Situazione ben diversa dai recenti trionfi ottenuti con l'Inter: "Non vivo complessi di inferiorità rispetto ai risultati raggiunti con la Nazionale, anche se chiaramente le delusioni ci sono state e non le nego: i Mondiali 2002 e la Coppa America in Perù".
Tanti i giovani che potrebbero mettersi in luce nella competizione sudamericana. Chi sarà la rivelazione del torneo? Ancora una volta Zanetti va in dribbling: "Mi piacerebbe dire Samuel (ovviamente non convocato dal c.t. Batista, ndr), perché lui è un eterno giovane che rinasce dopo ogni infortunio. Oppure Milito, un amico che ha sofferto tanto. Parlando di giovani dico però Lamela tra gli argentini, Sanchez e Nilmar per gli altri".
Al di là degli interpreti, l'obiettivo dell'Argentina sarà quello di alzare il trofeo sotto il cielo di Buenos Aires: "Solo a immaginarlo mi vengono i brividi, festeggiare dove ho dato i primi calci, giocando nei campetti di periferia, nei derby in casa con mio fratello Sergio. Meglio non pensarci troppo, e giocare". Quella che andrà in scena quest'estate potrebbe comunque essere l'ultima Coppa America di Javier Zanetti: "Onestamente credo di sì. Ma non ci voglio pensare. Strada facendo, l'ultima volta può diventare la penultima".