Alla scoperta di Matteo Rover: ecco chi è l'arma in più di Stefano Vecchi
Un inizio in sordina, dovuto ad un modulo che non prevedeva il suo impiego dal 1’. Ora è arrivato il momento del riscatto, Matteo Rover è pronto a diventare un’arma in più per l’Inter di Stefano Vecchi. Il tecnico bergamasco pare aver visto in lui un profilo in grado di garantire affidabilità e continuità ad una squadra con potenzialità grandiose, che spera di poter presto imporre il proprio ritmo al nuovo Campionato Primavera 1. Che sia stato 4-3-3 o 4-4-2 l’esterno classe ’99 ha giocato dal primo minuto sei degli ultimi sette match, incidendo spesso sul risultato. A coronare il tutto, inoltre, ci ha pensato la doppietta ai danni del danesi dell’Esbjerg in Youth League.
Nato nel 1999 a Motta di Livenza (TV), Matteo Rover inizia a giocare a calcio nel Biancorossi Team, società dei paesi di Ponte di Piave e Salgareda, situati a pochi chilometri di distanza da Treviso. A 13 anni passa alla Liventina Gorghense, una delle realtà maggiormente note a livello di settore giovanile nella zona, che in passato ebbe modo di avere sotto la propria ala protettiva anche Bryan Cristante. Lì gli osservatori dell’Inter notano con grande costanza i suoi progressi, che gli permettono di ergersi a giocatore sopra la media nelle gare effettuate contro i suoi pari età.
La chiamata di Roberto Samaden e del suo staff arriva nel giugno 2015, con Rover che viene aggregato al gruppo degli Allievi Nazionali. Tra le fila dell’U17 dei nerazzurri è grande la sua prima annata, soprattutto se si va a considerare che si tratta della prima esperienza fuori casa ed in una realtà professionistica. L’esordio, a dire il vero, arriva solo il 27 ottobre, ma la doppietta al Carpi è volta a spazzare le possibili difficoltà di adattamento. Da lì in avanti Matteo non esce praticamente più dall’undici di mister Corti, che beneficia di 14 gol in 23 gare messi a segno dal ragazzo. Tra questi da segnalare anche un gol nel derby di andata, che aveva visto un rotondo 0-3 in favore di Celeghin e compagni maturare sul campo del Vismara. La stagione di Rover finisce con un pizzico di delusione, con uno scudetto sfumato in finale e con uno spazio non troppo importante nelle Final Eight concessogli dal mister.
Rover non si abbatte e riparte la stagione successiva tra le fila della Berretti, formazione riservata ai ragazzi che escono dagli Allievi e rischierebbero di non trovare spazio in Primavera. A gennaio, però, arriva la svolta: alcuni infortuni e i miglioramenti continui spingono l’esterno trevisano nella categoria superiore. Rover conquista subito la fiducia di Vecchi, che lo schiera quasi sempre e viene ripagato da alcune prestazioni di altissimo livello, a cui va a aggiungere il pesantissimo e decisivo gol nel big match contro la Roma del 12 febbraio 2017. Le buone performance portano in dote la chiamata della Nazionale Under 18, con cui disputa tre amichevoli nell’arco di tempo che va da marzo a fine stagione. Le Finali Scudetto stavolta sono motivo di sorriso, con l’Inter che trionfa al Mapei Stadium sulla Fiorentina dopo essere partito dal 1’, fatto non accaduto nella semifinale contro la Roma di tre giorni prima. Il nuovo anno ha visto, come detto in apertura, alcune difficoltà a livello tattico per il ragazzo, che ha finito per giocare meno visto il tipo di sistema di gioco scelto dal mister nelle prime gare della stagione.
L’aggiustamento del vestito tattico della squadra, però, ora sembra prevedere la sua presenza costante.
Matteo Rover è un esterno di grande corsa, veloce e in grado di protrarre l’efficacia di questa sua abilità nella lunga distanza e sul lungo periodo. Destro di piede e bravo nella gestione della palla in progressione, ama sia i tagli in profondità che quelli in diagonale andando da destra a stringere verso il centro. Dotato di un buon tiro dalla media-lunga distanza e di una buona precisione alla conclusione, anche a queste competenze è dovuto il suo ottimo rapporto con il gol. Se diventasse un po’ più freddo sotto porta avrebbe davvero tutto per divenire un giocatore di buone prospettive. Migliorabile nella gestione di alcune situazioni e nel passaggio corto, non ha certo il gioco nello stretto tra le sue peculiarità. Però, chissà, durante le sedute con la prima squadra, per migliorare potrebbe strappare qualche consiglio a chi avrebbe tanto da insegnargli, magari anche solo guardandolo: Antonio Candreva.
Filippo Maggi