Joao Mario e la pozione magica
"Unghia di Brechet, lacrime del derby di Schelotto, ciuffo di Forlan...".
Spalletti rimescolava gli ingredienti della formula che quel vegliardo incappucciato gli aveva ceduto in cambio di...
No, questo non avrebbe dovuto saperlo mai nessuno, pensò il tecnico mentre cercava di ricordarsi le esatte parole con cui il mago aveva subito attratto la sua attenzione fermandolo nei corridoi di San Siro, a pochi metri dallo spogliatoio dell'Inter.
"Se Joao Mario vorrai rispolverare, con la pozione magica tornerà a esultare".
Spalletti girandosi per guardarsi intorno aveva notato che il corridoio era rimasto insolitamente deserto, mentre le luci soffuse delle lampade sul soffitto (doveva esserci un calo di tensione) e un silenzio surreale attorniavano quello strano incontro.
"Se vuoi che Joao Mario gol e assist faccia, la pozione magica dovrà bere dalla sua borraccia".
Convinto di aver recepito il messaggio Spalletti si era rivolto così al mago: "Sì va bene, ma questa pozione magica dove la si va a cercare?".
Era stato in quel momento che il mago gli aveva proposto lo scambio e Spalletti, controllando di nuovo che non ci fossero testimoni lì in giro a vederli né ad ascoltarli, aveva accettato.
Legò bene il sacchettino con dentro la formula e gli ingredienti, lo posò in tasca e alzò il capo: PUFF, il mago era sparito e al suo posto si era formato un denso fumo azzurro, mentre le luci tornarono a illuminarsi lungo il corridoio e il coro "Milano siamo noi" faceva di nuovo da contrasto alle voci dei dirigenti e degli addetti alle funzioni post-gara che improvvisamente risbucarono dalle sue spalle.
Appostato fuori dallo spogliatoio dell'Inter Zanetti incrociò il suo sguardo e si avvicinò a passo svelto: "Luciano, dov'eri finito? I ragazzi stanno festeggiando il derby, manchi solo tu".
Spalletti ripensando ancora alle parole del mago teneva un'aria stordita e con lo sguardo rivolto verso il basso si giustificò: "Guarda Javier, ora proprio non mi va. Abbiamo perso Ninja, e quando si va a cercare di vincere una battaglia, e noi di battaglie ne dovremo affrontare ancora tante, avere in campo un tassello come lui diventa fondamentale. Sai bene che lui può darci certi strappi e poi le sue fiammate...".
"Lo so Luciano, ho capito", si affrettò nell'interromperlo Zanetti che si rassicurò nel vedere il mister rianimato e fece istantaneamente marcia indietro rientrando nello spogliatoio dei nerazzurri. L'addetto stampa dell'Inter fece segno a Spalletti che poteva cominciare il giro delle interviste. Passando davanti allo spogliatoio il tecnico rimase lì qualche secondo e vide Joao Mario seduto che si infilava le calze, accanto a lui c'era Gagliardini. Stette a fissarli e si allontanò con un pensiero che gli rimuginava nella testa. Chissà quella pozione magica avrebbe potuto dividerla anche per due...
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