Spalletti e l'incubo trequartista: il tecnico racconta al dottor Volpi le sue paure in vista del derby con il Milan
"Ma lei si immagina, dottore, se mi si infortuna proprio Brozovic la settimana prima del derby?". Spalletti rivangava l'incubo che lo aveva fatto svegliare di soprassalto nella notte precedente. Il dottor Volpi, seduto a gambe accavallate sulla poltrona sistemata a pochi metri dal lettino, continuava a prendere appunti ma stava zitto.
"Cosa significa, dottore? Che i miei giocatori mi si allenano male? Che dovrei farci giocare un altro al posto di Brozo sulla trequarti? Magari potrei provarci D'Ambrosio...".
Finalmente Volpi smise di scrivere, alzò lo sguardo dal suo taccuino e rispose al tecnico che, nonostante fosse rimasto sdraiato a parlare ormai da tre ore, aspettava ancora una risposta risolutiva dal medico sociale nerazzurro: "Come ricorda Sigmund Freud nella sua opera "Il calcio e la sua relazione con l'inconscio", sognare un Brozovic che si infortuna nella settimana che precede un derby è la manifestazione onirica di un conflitto rimasto irrisolto tra l'Es, che anela ancora a trequartisti del calibro di Nainggolan o Vidal, e il Super-io, che le proibisce i suddetti top player in grado di consentire all'Inter di compiere questo benedetto salto di qualità; invece lei oggi è in preda all'insoddisfacimento tenebroso e vorace del suo subconscio, causato purtroppo dalla scarsezza tecnica e numerica dei giocatori presenti nella sua rosa".
Spalletti spalancò gli occhi, di colpo si alzò a mezzo busto pur restando seduto sopra il lettino e cominciò a urlare contro il medico: "Ma cosa sta dicendo, dottor Volpi? Io non sono per nulla insoddisfatto della rosa che mi hanno affidato gli Zhang! E poi, poniamo l'ipotesi che mi si infortunasse davvero Brozovic, lì posso farci giocare Joao, Borja, Vecino, Candreva... pure D'Ambrosio secondo me posso adattarlo! Questi giocatori qui, quando li ho impiegati in quel ruolo, bene o male hanno saputo darci tutti degli ottimi segnali".
Volpi non mosse un sopracciglio e lasciò sfogare Spalletti. Poi chiuse il suo taccuino, lo posò sulla scrivania e gli si rivolse con assoluta calma e serietà: "Vede, il fatto che ora lei mi dica "non sono per nulla insoddisfatto", quest'espressione che lei utilizza implica proprio quell'insoddisfazione latente a cui accennavo innanzi, mossa, come oramai dovrebbe sapere, dal non poter avere in rosa un trequartista alla Vidal o alla Nainggolan. Lei stesso ha poi nominato la famiglia Zhang: secondo uno studio di Carl Gustav Jung dal titolo "Gli archetipi e la qualificazione alla Champions League", il gruppo Suning incarnerebbe l'Ombra personale, che nel nostro caso lei dovrà riuscire ad accettare e integrare per la sua individuazione...". A un tratto Volpi si ammutolì, o meglio la sua bocca continuava a muoversi ma non ne usciva più alcun suono! E Spalletti si scosse d'improvviso, risvegliandosi su una panchina del centro sportivo di Appiano Gentile: si era appisolato proprio durante la partitella! In campo c'era Brozovic che, in quel momento lì, tirò da fuori area mettendo la palla sotto l'incrocio dei pali, battendo Toldo (cosa ci faceva Toldo in porta?), ed esultò facendo una capriola aerea pericolosissima alla Oba Oba Martins! Incredulo Spalletti chiamò da bordocampo il croato: "Vedi di stare attento, Brozo, che fra pochi giorni abbiamo il derby!".
Brozovic sorrise al tecnico mentre tornava rapidissimo verso la metà campo: "Tutto ok, mister! Da oggi niente più 'Epic Brozovic', ma soltanto capriole!", e ne fece ancora un'altra! Mentre vicino a lui Icardi crollò a terra e si strinse dal dolore: "La mia caviglia, aveva ragione Sampaoli!", e di corsa entrarono in campo e lo attorniarono Wanda, i figli e i medici dell'Argentina.
Spalletti, allibito e preoccupatissimo, sentì un'altra voce provenire da una sagoma di fianco a lui: "Mister, e famme entrà, so' er capitano...", poi si scosse nuovamente. Si risvegliò stavolta sul letto di casa sua. Erano le 7 di mattina e adesso sì che lo ricordava, purtroppo: Brozovic si era infortunato in partita con la Croazia e sarebbe stato costretto a saltare la sfida di domenica contro il Milan. In preda all'ansia il tecnico prese il suo telefono, fece scorrere la rubrica e chiamò. Dopo due squilli, la risposta dall'altro lato: "Pronto?". "Dottor Volpi, le devo parlare...".