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Tagliamassa (esperto mondiale VAR): "Chiamatelo AL-VARO. Mani di Dybala? Presto squadre di robot"

di Daniele Alfieri

Prima giornata di Serie A in archivio, tanti i temi e gli episodi sotto la lente d'ingrandimento, o forse è meglio dire sotto l'occhio sempre vigile del VAR, il Video Assistence Referee (o la Video Assistenza Arbitrale per i patrioti della lingua) che in Italia inizia a essere testata già da questo campionato. Debutto giudicato positivo da tutti gli addetti ai lavori (Pistocchi non siede più nell'arena di Premium per cui siamo costretti a escluderlo dalla categoria), ma per avere un quadro più lucido e chiaro del suo utilizzo, nonché dei possibili risvolti nel nostro campionato, abbiamo sentito il parere del massimo esperto mondiale di VAR, il Signor Piernicola Tagliamassa, inventore e promotore attivissimo di un calcio futurista e sempre più incentrato sul supporto tecnologico. Per intervistarlo abbiamo accettato di raggiungerlo all'interno del suo caveau-laboratorio in Giappone, costruito fra i crateri e le colate laviche del Monte Fuji che, secondo il suo parere, "tengono alla larga occhi troppi curiosi e indiscreti". Ma non la nostra caparbieria.

Signor Tagliamassa, immaginiamo che anche dal Giappone avrà seguito l'inizio della Serie A. Possiamo dire "buona la prima" del VAR?
"Intanto chiarisco subito una cosa. Non si dice né "il VAR" né "la VAR". Come hanno spiegato anche alle squadre Rosetti e Rizzoli, si dice "AL-VARO". Con "AL", che è l'articolo determinativo arabo, e la "O" finale per rendere il nome più carino, come se si stesse parlando di un immigrato da inserire a poco a poco nella nostra società, per farlo diventare un nostro caro amico".

Chiaro... Possiamo dire allora buona la prima di AL-VARO?
"Certamente, d'altronde noi non avevamo dubbi. Si tratta di un aiuto enorme per arbitri, guardalinee e per le stesse squadre. Capiteranno anche gli episodi al limite, ma per quelli stiamo valutando di inserire il supporto di Fabio Caressa: lui calcolerà il cono d'ombra, l'ipotenusa dei triangoli rettangoli formati dagli assi dei giocatori, applicherà la costante di Boltzmann e infine valuterà se il movimento del calciatore "offendente" sul calciatore "offeso" è congruo oppure no".

Dunque uomo e macchina ancora insieme. Come valuta l'esordio a Torino in Juventus-Cagliari, con il rigore segnalato contro la Juve (parato poi da Buffon) e il gol di Dybala dopo un presunto tocco con il braccio ignorato da AL-VARO?
"Sul rigore fischiato contro la Juve devo ammettere che AL-VARO si è quasi fatto trovare impreparato. I rigori concessi dai bianconeri sono sempre stati molto rari, per questo siamo rimasti tutti molto sorpresi quando abbiamo rivisto il replay con Alex Sandro che ha colpito il giocatore avversario e non il pallone. C'è voluto del tempo per prendere una decisione del genere... Sul tocco con il braccio di Dybala posso dire che dobbiamo abituarci a questo tipo di giocate. Presto infatti vedremo in campo giocatori con arti meccanici, teste meccaniche, piedi meccanici, perciò quelle parti del corpo non saranno più loro ma dovranno essere considerati veri e propri corpi estranei e quindi non sanzionabili. Ed entro il 2050 ogni squadra sarà composta solo ed esclusivamente da robot".

Questa sì che è una grossa novità. Tornando al presente, in Inter-Fiorentina si è perso altro tempo per un contatto dubbio in area di rigore nerazzurra, ma poi l'arbitro non ha decretato il fallo facendo riprendere l'azione da dove era stata interrotta.
"Anche queste tempistiche più o meno lunghe ci possono stare. Come si legge nel referto del direttore di gara, durante l'azione un addetto ad AL-VARO era andato un attimino in bagno, mentre l'altro era impegnato a preparare i tramezzini per l'intervallo".

Insomma, come si dice in questi casi, il futuro è oggi e non ci resta che abbracciare questa nuova epoca del calcio?
"Esatto, non bisogna aver paura ma accogliere la novità e tutte le nuove e stupende tecnologie che renderanno ancora più appassionante questo sport. Anche i nostri club si stanno modernizzando. Basti vedere gli stadi oppure, tornando all'Inter, la nuova sala conferenze di Appiano Gentile, ribattezzata Inter Media House. Le nuove poltroncine sono talmente intelligenti che riconoscono quando il soggetto seduto entra in una fase REM, così da mandargli una piccola scarica elettrica che lo risveglia all'istante permettendogli di non perdersi nemmeno un passaggio delle conferenze di Spalletti".

Cambiamo argomento, un aspetto negativo del calcio moderno sono invece i giocatori che disertano le chiamate e gli allenamenti della loro squadra adducendo anche motivi di salute per forzare la cessione a un altro club. Lei che idea si è fatto di questa "moda"?
"Anche in questo caso ci stiamo attrezzando per inserire un sistema computerizzato intelligente in grado di comprendere se il giocatore è davvero impossibilitato a giocare o se sta mentendo sul suo infortunio. Il primo test è stato fatto in segreto con Nikola Kalinic: il computer ha riconosciuto che il giocatore prima di trasferirsi al Milan era davvero "emotivamente turbato" e non poteva allenarsi con la Fiorentina. I primi sintomi di questo turbamento emotivo si sono manifestati quando ha visto la doppietta di Montolivo contro lo Shkendija".

Capitolo scudetto. La prima giornata sembra aver confermato i pronostici con la partenza lanciata delle big: chi è la sua favorita?
“Sarebbe facile dire Benevento, che ha cambiato poco rispetto allo scorso anno e parte con un discreto vantaggio rispetto alle altre. Ma io quest’anno vedo lanciatissima anche la Roma. Di Francesco conosce bene l'ambiente romano e sa che sull'amatriciana ci va sempre e solo il pecorino e nessun altro formaggio”.

Dal mercato secondo lei arriveranno altri colpi?
"Mi aspetto ancora un ultimo lampo dell'Inter. Un uccellino mi ha detto che potrebbe arrivare Messi. Gli unici che mi credono sono Del Piero e qualche giornalista che segue il mercato, anche loro parlano con gli uccellini”.


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