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Furlani: "Ho vissuto male la decisione sul Decreto Crescita. Scelta triste che rende il calcio italiano meno competitivo"

di Egle Patanè

"Ho vissuto male questa decisione, è una scelta triste per il calcio italiano, ci rende più poveri e meno competitivi, ci indebolisce" ha detto a Sky l'amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, a proposito della decisione del Governo sul Decreto Crescita, prima del fischio d'inizio del match contro il Sassuolo. "Purtroppo il calcio non è visto come un settore dell'economia italiana ma dovrebbe esserlo, siamo stati leader per decenni in Europa e ora non più. Ci sono leggi e regolamentazioni che ce lo impediscono. Brutta decisione per noi, ringrazio il ministro Abdoi, lui capisce il mondo del calcio e ha provato a spingere per un tavolo più ampio di discussione. Purtroppo le cose non sono andate nel senso giusto" ha continuato.

Per voi cambierà il mercato di gennaio?
"Come detto non riguarda solo noi, ma tutta la Serie A. Dal 1° gennaio dovremo prenderla in considerazione, purtroppo".

Un'idea alternativa rispetto al Decreto Crescita?
"Tutti noi dirigenti di Serie A abbiamo parlato dell'esigenza di avere una serie di regolamentazioni attorno al calcio che ci rendano competitivi a livello europeo. Si parla dalla possibilità di catturare parte dei denari destinati alle scommesse, di contratti, di gestire un problema che abbiamo in Italia, quella dell'impossibilità di investire nelle infrastrutture sportive. Abbiamo chiesto un tavolo di discussione tout-court e invece è stata cambiata una legge dall'oggi al domani. Atipico e penalizzante".


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