A S. Siro è Stramashowni: 5-4 al Genoa, e non è un pesce d'aprile
Fonte: dall'inviato a San Siro Fabio Costantino
Buona la prima: Stramaccioni esordisce con una vittoria nel calcio di Serie A e francamente non si fa mancare nulla: 3 reti in poco più di mezz’ora, 3 rigori contro, tripletta di un suo attaccante e un’espulsione a testa. Insomma, una partita spettacolare per l’appassionato di calcio, da batticuore per il sostenitore nerazzurro che finalmente, dopo lunga attesa, ha visto una squadra piacevole, viva e capace di reagire anche alle difficoltà, uno dei limiti principali che le sono stati imputati finora. Il risultato finale, 5-4, tradisce le innumerevoli emozioni che questa sfida ha saputo regalare.
MODULO INEDITO - Il nuovo corso nerazzurro inizia anche con un nuovo modulo, inedito persino in una stagione di continui esperimenti: 4-3-3. Era dai tempi di Mourinho che l’Inter non si schierava così, fino a quando lo Special ha virato sul 4-3-1-2, constatata la leggerezza offensiva delle ali a sua disposizione (Mancini e Quaresma). Contro il Genoa Stramaccioni ‘rispolvera’ Zarate, l’altra new entry di questo esordio, nella speranza che possa finalmente guadagnarsi qualche applauso dai tifosi. Applausi che arrivano innanzitutto per omaggiare la Primavera, protagonista del giro d’onore prima del fischio d’inizio di Valeri, con la coppa NGS in bella vista. Momento assai gradevole, bravi ragazzi, si sono meritati questo proscenio.
SUBITO PRINCIPE - Tridente, dunque, per i nerazzurri, che dopo aver tremato su un colpo di testa di Sculli (Cambiasso salva sulla linea) legittimano al 13’ la scelta tattica del nuovo allenatore: incursione centrale di Zarate, pallone largo a sinistra per Forlan e cross sulla testa di Milito per il vantaggio dei padroni di casa. Pur partendo da posizioni fisse, i tre attaccanti mostrano un’interessante interscambiabilità e non offrono punti di riferimento alla difesa già disorganizzata del Genoa (51 gol subiti alla vigilia): uno dei dogmi di Stramaccioni. Se poi Frey non fosse pronto su Cambiasso (anche lui solo in area) e Forlan non togliesse il pallone vincente a Milito in piena area di rigore, Marino avrebbe qualche motivo in più per disperarsi.
LA MANO DI STRAMA - Ritmi alti, scambi rapidi e verticalizzazioni: la mano di Stramaccioni, per quanto appena appoggiata, si vede eccome. Da queste esplicite richieste dell’allenatore l’Inter riparte e mette in crisi il Grifone, ancora colpevole al 28’ sul lancio di Stankovic che manda solo soletto Milito al raddoppio. San Siro applaude, si gode una partita piacevole e soprattutto una squadra nerazzurra convincente, che sembra aver dimenticato la sua sterilità offensiva. Milito è colui che, come al solito, timbra il cartellino, ma è alle sue spalle che l’Inter si fa apprezzare, perché il Principe è il terminale di un atteggiamento offensivo apprezzabile. Se poi Lucio crossa e Samuel di sponda fissa il 3-0 al 38’ del primo tempo significa che qualcosa è davvero cambiata. La rete di Moretti (deviazione su rovesciata di Sculli), per quanto fortuita, certifica che in difesa ancora un po’ di lavoro da fare c’è.
VALERI, CHE FISCHI? - A rimettere in corsa il Genoa, quando sembrava di poter trascorrere un pomeriggio tranquillo, è Valeri che con un fischio cervellotico punisce un ‘mani’ di Zanetti su colpo di testa ravvicinato di Sculli. Rigore trasformato da Palacio che rimette il Genoa in corsa. Metabolizzato il 2-3, il tifoso si gode finalmente l’esordio di Guarin, chiamato in causa al posto di Stankovic, non certo in pieno garbage time. Tornando al direttore di gara, dal rigore in poi ne azzecca poche, e tutte ai danni dell’Inter: l’apice al 69’, quando si ‘accorge’ di un secondo pallone in campo proprio mentre Forlan si sta creando lo spazio per concludere in azione di contropiede. A ‘salvare’ dalla fustigazione pubblica Valeri è Zarate, che fa un regalo a sé stesso e all’appassionato di calcio con una gemma che esalta San Siro e nobilita una prestazione poco esaltante.
IL RIGORE E’ DI RIGORE - Finita? Macché. Palacio, sempre lui, scatta sul filo del fuorigioco e viene abbattuto in area da Julio Cesar, che viene espulso. Gilardino trasforma dal dischetto e riporta in corsa il Genoa, anche se la sensazione è che l’estremo difensore brasiliano avrebbe fatto meglio a lasciar segnare Palacio e non lasciare in dieci i compagni. Compagni che hanno la forza di reagire e guadagnarsi a loro volta un rigore (fallo di Belluschi su Guarin, con espulsione dell’argentino), firmato da Milito con hat-trick personale. Proprio al 90’, però, ecco l’ennesimo tentativo di recupero del Genoa, ancora su rigore (terzo, pazzesco) con Gilardino. I 3 minuti di recupero non regalano ulteriori emozioni, e conti alla mano l’Inter torna alla vittoria a San Siro. Per la gioia del tifoso e del nuovo allenatore Stramaccioni.