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Allarme esterni - Jonathan e Yuto in calo: a Firenze tocca a D'Ambrosio?

di Alessandro Cavasinni

Capocciata di Samuel e torna il sorriso. L'Inter vince contro il Sassuolo, rispunta anche un po' di serenità, ma nulla di particolare. I problemi restano e non solo davanti. La squadra nerazzurra, un girone fa, era ben altra cosa. Compatta, aggressiva, tonica, ficcante e con geometrie ben delineate. Adesso, invece, l'involuzione è palese: lenta, prevedibile, spesso impantanata in un tiki taka fine a sé stesso.

APNEA – Detto della crisi dell'attacco (che poi si riduce al povero Palacio, visto che gli altri non hanno mai fatto in questa stagione chissà cosa), va evidenziato anche lo stato di poca brillantezza degli esterni. Così come per il Trenza, probabile che la mancanza di alternative credibili abbia portato la spia della benzina ad accendersi ben prima della fine della stagione. Di fatto, Nagatomo e Jonathan hanno giocato sempre o quasi, vista l'inadeguatezza di Wallace e di Pereira. Lo stesso Zanetti, per ovvi motivi, non può più assicurare il suo solito contributo alla causa, se non a gara in corso. E allora ecco l'allarme: i due sembrano ormai giocare in apnea.

POCA BRILLANTEZZA – Anche contro il Sassuolo, sia il brasiliano che il giapponese non hanno brillato. Jonathan ha dialogato benino nel primo tempo con Guarin e Palacio: combinazioni ben congegnate e rapidità d'esecuzione. Risultati tangibili, però, lontani dal concretizzarsi e nella ripresa sono venuti a galla anche alcuni limiti di gestione del pallone. Al contrario, Nagatomo è apparso più a suo agio nel secondo tempo, quando Rosi è calato vistosamente, ma aveva sofferto sovente nella prima frazione. Il dato che li accomuna è soprattutto quello relativo ai cross precisi, che sfiorano il minimo stagionale. E dire che Mazzarri basa tantissimo del suo gioco proprio sulla propulsione sulle fasce.

STIMOLO D'AMBROSIO – In quest'ottica, si capisce bene come Danilo D'Ambrosio possa tornare utile fin da subito e non solo in prospettiva. L'ex capitano del Torino gioca indistintamente a destra e a sinistra, ha un ottimo fondo e anche un discreto piede. Giocare con continuità in nerazzurro potrebbe anche aprirgli le porte della Nazionale, vista la disarmante assenza nel panorama azzurro di esterni di valore assoluto. E chissà che Mazzarri non intenda impiegarlo già a Firenze, proprio contro il club che l'ha allevato. Uno stimolo in più, per lui e per chi finora ha tirato la carretta. 


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