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Anche senza Romelu Lukaku, Antonio Conte ha un motivo per sperare in un Camp Nou maravilloso

di Egle Patanè

Per Romelu Lukaku le apparizioni ufficiali su un campo da calcio sono ben 429, durante le quali, tra Jupiler Pro League, Premier League e Serie A, è andato in rete 197 volte. Con la maglia nerazzurra ha disputato finora 7 match, mettendo a segno 3 reti. Nelle sette apparizioni con l’Inter, durante le quali ha quasi sempre recitato il ruolo di miglior protagonista, soltanto una è valida per la massima competizione europea. Proprio questa sera il belga avrebbe potuto timbrare la seconda presenza in Champions League con la maglia dell’Inter, la 19esima in carriera, ma il 9 interista sarà il grande assente del Camp Nou. In centonovantasette scores sono soltanto 7 quelli segnati in Champions, di cui 2 soltanto messo a segno nella passata stagione.

Lo scorso anno Romelu non ha vissuto una stagione entusiasmante allo United, e in Coppa dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori contro la Juve, soltanto una volta è riuscito a restare in campo tutti i novanta minuti del match. Gara di ritorno degli ottavi di finale a Parigi contro il PSG, vinta dagli inglesi grazie alla doppietta proprio di Lukaku che valse la rimonta del risultato d’andata all’Old Trafford e il passaggio del turno. La gara successiva fu sempre ad Old Trafford, ma questa volta i rivali avevano qualcosa in più rispetto ai parigini e dopo il risultato d’andata di 1-0 per gli ospiti anche in trasferta non andò meglio, al contrario, molto peggio. In quella trasferta del 14 aprile 2019, Romelu giocò soltanto diciassette minuti senza riuscire davvero a godersi l’emozione di calcare quel palco, forse anche per colpa di non essere riuscito ad essere decisivo come non lo fu un altro suo compagno di squadra, anche lui entrato a gara in corso ma che a differenza del belga quel manto lo aveva calcato più e più volte.

Quella sera si giocava Barcellona-Manchester United e per Romelu quella era la prima volta al Camp Nou. Il compagno in questione era Alexis Sanchez. Per il cileno quella sera furono solo dieci i minuti in campo, lì dove aveva giocato 141 partite e segnato 47 reti tra le varie competizioni, quando era davvero maravilla. Al Camp Nou come altrove, l’anno scorso come nelle ultime due stagioni, i due attaccanti dei Red Devils, il gigante e la formica, non risultarono decisivi e usciti entrambi con il capo chinato non hanno assaporato le luci di quello stadio in cui, per dirla alla Conte, tutti vorrebbero giocare. Quella di questa sera per Big Rom sarebbe potuta essere, di sicuro così lui aveva desiderato, la serata della rivalsa, ma che purtroppo non potrà essere per un affaticamento al quadricipite che lo ha costretto all’assenza forzata.

Big Rom non dispera, così come Antonio Conte che per la partita di questa sera, pur dovendo fare a meno del figliol prodigo, potrà fare tesoro dell’altro hijo pródigo, quello niño ma solo per dimensioni. Alexis che a Genova era entrato pieno di garra, quella tanto cara agli interisti in ottica Champions, sembra essere tornato in una forma tale da non far sentire la mancanza del belga. Se solo Lautaro decidesse di riuscire a dare un contributo maggiore sotto porta, evitando strafalcioni che proprio a Genova hanno contribuito a dare due volti alla serata di Sanchez. Nel suo giorno migliore, Alexis è riuscito a compiere passione e resurrezione, ma al contrario un po’ alla Benjamin Button, e allora questa sera, in quello stadio dove la favola del Niño è decollata, il cileno vorrà riavvolgere il nastro, rimettere a posto le pedine e risorgere dallo stesso fuoco dal quale si è incenerito. Lui che ha definito il suo passaggio all’Inter come ‘innamorarsi di nuovo del calcio’ chissà che non possa sfatare il tabù Barça, contro cui non ha mai vinto né in casa, tantomeno in trasferta e suggellare questo ritorno di fiamma maravilloso.


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