Anno 2017, corsa al nuovo stadio: l'Inter e Fassone studiano la location
Comincia la grande corsa, che si dovrebbe concludere, se tutto andrà come nei tempi previsti, nel 2017, quando finalmente l’Inter giocherà la prima partita nel suo nuovo stadio, il grande obiettivo per il quale è stato siglato l’accordo con la Chinese Railways Construction Corporation, una delle aziende leader a livello mondiale del settore. Una corsa che, come detto, dovrebbe vedere il suo apogeo fra cinque anni; ma, un po’ come avviene alle Olimpiadi, la marcia di avvicinamento inizia adesso. Così come quando il Cio analizza tutte le candidature con sopralluoghi sul posto prima di decidere la vincitrice, anche l’Inter comincia le manovre preliminari prima di sancire quale sarà l’area dove vedrà la luce la nuova arena nerazzurra.
Il nostro Cio si chiama Marco Fassone; fresco dell’esperienza legata al nuovo stadio della Juventus, il nuovo direttore generale dell’Inter ha cominciato proprio in questi giorni a fare i primi sondaggi tra le aree candidate ad ospitare il futuro impianto. Un lavoro che dovrebbe durare diversi mesi, il tempo di fare tutte le valutazioni e soprattutto di trovare l’accordo con l’amministrazione comunale di Milano (oltre, ovviamente, ad aspettare la tanto decantata legge sugli stadi il cui iter è più travagliato di una scalata dell’Everest fatta a mani nude). E come si usa per i Giochi Olimpici, in lizza per il tanto agognato traguardo ci sono ben cinque aree, dislocate in modo particolare nell’hinterland milanese.
L’ipotesi data in pole position è quella che porta a San Donato Milanese, periferia sud-est di Milano: l’idea è stata avanzata sin dalle prime ore successive all’ufficialità dell’accordo coi costruttori cinesi. L’area individuata, nello specifico, sarebbe quella di San Francesco dell’Accesso, lì dove oggi vi è una storica cascina abbandonata, davanti al quartiere residenziale delle Torri Lombarde. L’Inter potrebbe pertanto scegliere di costruire la sua nuova casa lì, all’inizio dell’autostrada A1, dove pulsa uno dei cuori dell’economia del capoluogo lombardo, incastonando il suo gioiellino in un’area socio-economicamente rilevante.
Tra le aree vagliate, anche due che si trovano agli estremi opposti della città: Sesto San Giovanni, con le aree un tempo occupate dalla grande acciaieria Falck, è forse l’idea cronologicamente più remota, quella avanzata quando i discorsi legati ad un possibile nuovo stadio erano ancora in fase embrionale, quasi delle fantasie. Oggi che la locomotiva è ormai in moto, ecco che la candidatura viene rilanciata con forza, soprattutto dai giovani sestesi inseriti in una lista civica che sostengono in maniera convinta la loro città, con tanto di invito diretto a Moratti e Tronchetti Provera, sicuri che lo stadio nuovo darebbe nuova linfa all’area e più in generale a quella che viene ribattezzata la Stalingrado d’Italia, dopo la dismissione delle fabbriche. Sull’altro fronte, invece, c’è Rozzano, periferia sud, in direzione Genova, una zona nemmeno troppo distante dal Mediolanum Forum. Una possibile ‘conurbazione dello sport’, almeno potenzialmente, con l’idea dello stadio che troverebbe anche qui il consenso dei cittadini, che nei mesi scorsi sono stati direttamente chiamati in causa tramite consultazione popolare che ha avuto esito positivo.
Tra le opzioni in ballo, rimane viva anche la zona Rho-Expo 2015: sarebbe quella maggiormente caldeggiata dal Comune di Milano, col sindaco Giuliano Pisapia, grande tifoso dell’Inter, in primis. Proprio di quell’area si parlò quando nel giugno scorso Massimo Moratti e il primo cittadino del capoluogo lombardo si incontrarono a Palazzo Marino proprio per discutere del progetto, con il Comune che vuole unire l’utile al dilettevole riutilizzando al meglio le aree che nel 2015 ospiteranno l’Esposizione Universale, a ridosso anche di aree naturali importanti come il Parco di Trenno o Monte Stella (con Pisapia che parlava anche di un’arena adatta ad ospitare grandi eventi musicali). Last but not least, ecco l’area in dismissione della Caserma Santa Barbara, per i milanesi ‘la Perrucchetti’. Parliamo di una superficie immensa (350mila metri quadrati) a nord-ovest di Milano, contigua allo stadio San Siro, dove l’Inter potrebbe costruire una sorta di ‘cittadella nerazzurra’ davvero sconfinata. Ma forse è l’ipotesi che porrebbe davanti gli ostacoli più seri, a partire dai tempi di rilascio dell’area da parte dell’Esercito Italiano e i costi di acquisizione che si preannunciano altissimi.
Comunque, la corsa è in atto: dovremo aspettare ancora un po’ di tempo per avere i primi sviluppi importanti, ma la strada verso uno stadio tutto nerazzurro è ormai tracciata. Cinque anni, poi, passano più in fretta di quanto non si pensi...