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Antonello: "San Siro, nessuna speculazione. Ristrutturare il Meazza lo renderebbe irriconoscibile"

di Redazione FcInterNews
Alessandro Antonello, Ceo per la parte corporate dell'Inter, è intervenuto quest'oggi sul Corriere della Sera insieme al presidente del Milan, Paolo Scaroni, riguardo alle polemiche sul futuro di San Siro. "Quella dei club non è un’operazione speculativa — dice il dirigente nerazzurro — Siamo rientrati all’interno dei parametri del Pgt. L’unico interesse che hanno i club è di avere uno stadio moderno che possa supportarli nello sviluppo e renderli competitivi con gli altri club. Abbiamo accettato la riduzione delle volumetrie per manifestare la volontà di perseguire quello che è un obbiettivo importante non solo per i club ma anche per la città. Meno volumetrie significano 50 mila metri quadrati di verde in più e uno stadio ecosostenibile. San Siro, seppur iconico, ha fatto il suo tempo".

La ristrutturazione del Meazza è un'ipotesi che non è stata presa in considerazione perché, spiega Antonello, "l’intervento sarebbe stato così invasivo che avrebbe reso irriconoscibile San Siro. L’elemento identitario che oggi si vuole mantenere andrebbe comunque perso".

Ora la partita si gioca sulle tempistiche. "Per noi è fondamentale avere una certezza sui tempi - dice il Ceo -. Più passano gli anni e più i nostri club diventano meno competitivi. Dobbiamo avere la certezza di poter fare i lavori entro una determinata data". Successivamente si lavorerà sul distretto sportivo, dal 2026-27 al 2030-31. I tempi restano lunghi: Antonello si dice speranzoso di poter chiamare la Conferenza dei servizi per valutare il progetto esecutivo, che richiederà mesi di lavoro, entro la fine del 2022. Verrà rivisto anche il costo degli investimenti. "Andremo a rivedere le volumetrie e capiremo che tipo di investimento andremo a fare. Per il contributo extra c’è un tavolo sempre aperto con l’amministrazione", specifica Antonello.

Quanto ai dubbi sul caro biglietti e sulla permanenza delle proprietà, Antonello specifica che "iricavi addizionali non arrivano dall’aumento dei prezzi dei biglietti, ma dai ricavi indotti dai servizi aggiuntivi che uno stadio moderno può garantire. Non intendiamo modificare la struttura tariffaria, le curve ci saranno sempre, come i prezzi popolari. Le proprietà? Sono due logiche completamente staccate. Il progetto dello stadio serve alle squadre per restare competitive a livello europeo. Quello che riguarda le proprietà è un altro livello che non deve essere collegato allo stadio".
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