Balotelli: "Io impazzisco per l'Inter, ce l'ho nel cuore. Volevo bene a Mou, ricordo i pianti di tutti dopo Madrid"
"Se sono pentito di non essere andato al Barcellona? No, ho vinto quasi tutto con l'Inter, poi li abbiamo battuti in semifinale (nel 2010 ndr). Stiamo parlando di due top club, l'aver scelto i nerazzurri è stato giusto". A dirlo è Mario Balotelli, ospite sulla pagina Instagram di Damiano Er Faina.
Se dovessi dire un 'grazie' a una persona particolare, a chi lo diresti?
"Non ce n'è una sola, non faccio un podio - spiega SuperMario -. Dico Mancini, Galliani e Mourinho, da quest'ultimo ho capito tante cose. Avevamo un rapporto particolare, dove abbiamo sbagliato entrambi, ma ci volevamo bene. Andavamo d'accordissimo, c'è sempre stato rispetto. C'è un flash legato a lui che risale al post-finale di Madrid: io ero sdraiato sul pullman e sentivo tutti piangere (per il suo addio ndr), mi ha fatto specie vedere quella immagine".
Si parla ancora del Mancio.
"Mi ricordo che mi fece giocare titolare contro l'Atalanta, mi aveva messo ala del 4-4-2. Sul momento ero felice di giocare, ma volevo ma volevo mi schierasse attaccante e dentro impazzivo. Normale dovessi adeguarmi con gli attaccanti che aveva l'Inter, meno male feci una bella partita".
Rapporto con l'Inter.
"Io impazzisco per l'Inter, ce l'ho nel cuore: come uomo e giocatore, è il club che mi ha fatto crescere maggiormente. Poi è normale che la storia con loro e il Milan è andata diversamente".
Il ricordo più bello in carriera.
"La semifinale contro la Germania, non per i gol ma per l'emozione che ho provato con mia madre. Quello più brutto è la finale dell'Europeo con la Spagna, mi ha segnato psicologicamente. Ero convinto di vincere, ma eravamo stanchi e la Spagna era forte".
E' vero che Materazzi ti picchiava?
"Lui parla, ma non è vero che mi picchiava, al massimo mi tirava le orecchie. Qualche calcio in campo da lui l'ho preso, ma come tutti gli altri".
Che rapporto hai con Ibrahimovic?
"Normale, ci vogliamo bene. E' sempre stato duro con me, però in campo mi facilitava le cose. Pretendeva tanto, ma abbiamo sempre avuto un bel rapporto".
Hai vinto la Champions troppo giovane?
"Basta vincerla, non c'è un'età. Però ho realizzato la vittoria qualche anno dopo... Ovvio che avrei voluto rivincerla".
Hai fatto pace con Totti?
"Io non le mando a dire... In quel momento ho capito che non ero io il problema, lui ha fatto un brutto fallo e si è preso il rosso. Cosa dovevo dirgli? Non si è scusato negli anni, ma so che non ce l'aveva con me".