Barcellona e Firenze, tanti punti in comune ma una sostanziale differenza. Inzaghi ha ritrovato due trascinatori
Sarà stato il confronto senza giri di parole, sarà stata la crescita della condizione fisica, o semplicemente finaalmente gli episodi stanno sorridendo ai nerazzurri. Fatto sta che dopo la sconfitta immeritata contro la Roma al Meazza, l'Inter è tornata a ottenere risultati. Vittoria contro il Barcellona a Milano, vittoria a Reggio Emilia, pareggio che sa di vittoria al Camp Nou, vittoria comoda sulla Salernitana e vittoria rocambolesca a Firenze. Insomma, la squadra è ancora convalescente, denota più di una pausa ma è più serena, più convinta delle proprie qualità e la condizione atletica è decisamente migliorata nonostante stiano giocando praticamente sempre gli stessi da settimana, con un minimo di turn over. Quello che ancora non va bene è la compattezza difensiva, che nonostante segnali di miglioramento a volte sparisce così, all'improvviso. L'ultimo esempio è la partita del Franchi, dove nella ripresa i nerazzurri concedono un contropiede suicida sull'1-2 e poi si abbassano troppo consentendo alla Fiorentina di creare i presupposti per il pareggio allo scadere. Stessa identica situazione vista al Camp Nou, dove la squadra ospite, pur trovandosi in vantaggio ben due volte, ha abbassato il proprio baricentro facendo così il gioco di Robert Lewandowski e compagni fino al pareggio finale del polacco che ha rimandato una qualificazione praticamente in tasca. Due gare simili, conclude in modo differente: se a Barcellona Kristjan Asllani si è divorato il 3-4 al tramonto della partita, a Firenze il contropiede nerazzurro ha prodotto la rete di Henrik Mhkitaryan, un gol pesantissimo che permette all'Inter di rimanere aggrappata alle prime posizioni.
Camp Nou e Franchi, due gare molto simili ma con una differenza sostanziale: il valore dell'avversario. Senza voler togliere nulla alla Fiorentina, il 3-3 catalano è stato accolto dall'ambiente nerazzurro come una grande impresa, in un contesto complesso e contro un avversario di grandissimo valore, ampiamente favorito e in vantaggio all'intervallo. Contro i viola l'Inter sembrava aver messo in ghiaccio il match dopo l'uno-due dei primi 15 minuti, salvo poi creare i presupposti per il ritorno in corsa di un avversario in crisi di risultati e con palesi difficoltà in zona gol ormai da tempo. E se al 95' l'armeno non avesse messo il piede sul rinvio incauto di Lorenzo Venuti, oggi parleremmo di 2 punti persi malamente per la squadra di Simone Inzaghi. Altro che impresa (con rammarico finale) di Barcellona.
Proprio Inzaghi è stato protagonista, nel bene e nel male, di entrambe le partite. A Barcellona la sua squadra concede il giusto e rischia poco, fino al gol di Ousmane Dembelé che arriva quasi casualmente. Il vero capolavoro però è un secondo tempo spettacolare, che vede i nerazzurri ribaltare il risultato e tornare in vantaggio a pochi minuti dal 90' grazie a una gestione perfetta delle ripartenze nelle praterie offerte dai blaugrana. E l'opinione pubblica non ha avuto dubbi su chi avrebbe meritato di vincere al Camp Nou. Casualmente, il pareggio degli uomini di Xavi è arrivato proprio all'ultimo minuto con l'Inter bassa e attendista, dopo l'ingresso di Raoul Bellanova al posto di Lautaro Martinez e il 5-4-1 come nuovo assetto. Esattamente quanto accaduto al Franchi, dove l'esterno ha preso il posto di Edin Dzeko e non del Toro (a parziale giustificazione, in entrambi i casi non c'erano alternative offensive degne a disposizione).
Un Toro che è l'altro anello di congiunzione tra le due trasferte: assolutamente imprendibile, ispiratore del gioco offensivo, qualità e quantità al servizio della squadra e gol pesanti. Nel momento più delicato, Martinez si sblocca proprio a Barcellona e da quel momento inizia letteralmente a volare, tra reti e assist, mettendosi alle spalle le critiche e la sterilità offensiva. Accanto all'argentino, ecco Nicolò Barella: reduce da prestazioni al di sotto del suo abituale livello, il centrocampista nerazzurro non solo a ripreso a correre e a trascinare la squadra, ma ha anche ricominciato a contribuire con reti pesanti e assist decisivi. Non solo a Barcellona e Firenze.
La strada è dunque quella giusta, c'è ancora da correggere qualche difetto ma il rientro di Romelu Lukaku e quello prossimo di Marcelo Brozovic saranno dei toccasana per il rush finale prima della sosta Mondiale. L'Inter deve rincorrere in campionato e mercoledì potrà chiudere il discorso qualificazione Champions al Meazza contro il Viktoria Plzen. Il calendario propone partite delicate in cui i punti in palio valgono doppio, ma la sensazione è che Inzaghi abbia ripreso con forza in mano le redini della squadra.