Bastoni: "Dall'oratorio all'Atalanta per 'fortuna'. Dopo l'esordio in Serie A ho detto una cosa a mio padre"
Punto fermo dell'Inter e della Nazionale italiana, Alessandro Bastoni ha dovuto fare tante gavetta per arrivare dove è oggi. Il difensore ha raccontato il suo percorso ai microfoni di Vivo Azzurro TV, partendo proprio dalla svolta della sua giovanissima carriera: "Ho avuto la fortuna che l'osservatore dell'Atalanta era il papà di una mia compagna di classe, sono stato fortunato. Io giocavo solo in oratorio all'epoca, ero molto timido, poi lui mi ha portato a fare il provino con l'Atalanta. Fortunatamente è andato bene e ora sono qua".
In parallelo, Bastoni ha cominciato a giocare anche per le giovanili azzurre, non senza incappare in qualche difficoltà: "Dall'Under 15 fino alla maggiore è stato un viaggio lungo e tortuoso, quindi a un ragazzino consiglierei di non mollare mai. Anche io ho avuto difficoltà in U-16 e 17, non giocavo, ma sono rimasto mentalmente forte. Crescere all'oratorio mi ha aiutato tanto, al di là dell'aspetto calcistico. E' un ambiente di condivisione, ti insegna l'altruismo che serve nella vita. E' un mio mantra, una cosa a cui tengo molto. Ero in Under 15 quando è venuta a mancare una mia amica dopo un incidente, fu una grande batosta all'interno della mia vita. La mia forza è stata di vivere il calcio come un divertimento, queste batoste mi hanno aiutato a capire che il calcio è una priorità ma è pur sempre un gioco. Dalle esperienze, anche quelle negative, bisogna sempre prendere la parte positiva: è la mia filosofia".
Una figura decisiva nel viaggio calcistico di Bastoni è stato il padre: "Ha sempre avuto grandi qualità a livello calcistico, gli mancava la testa - racconta Basto -. Non voleva che facessi lo stesso errore, scherzando diceva sempre che era più forte di me. Ma io dopo l'esordio in Serie A, mettendola in forma di battuta, gli ho detto 'basta, non puoi più dirlo'. E' stato fondamentale per il mio percorso come tutta la mia famiglia. Da Cremona a Bergamo mi ha fatto da 'tassista' per tanti anni, senza di lui non sarei dove sono ora".
Da figlio, Bastoni è diventato padre: "E' stato un grande evento della mia vita, ha ridisegnato quelle che sono le priorità. Ti accorgi che una sconfitta può passare in secondo piano quando torni a casa e vedi tua figlia e tua moglie".
Il discorso, poi, si sposta ancora sul lato sportivo: "Al difensore moderno non deve mai mancare lo spirito di fare qualcosa di diverso. Questo ruolo è difficile, puoi fare bene 89 minuti ma se combini qualcosa al 90esimo può venire fuori che ha fatto una prestazione disastrosa. Non deve mai mancare il coraggio di decidere una partita. Pallone d'Oro? Non è mai stato un'ambizione, essendo realisti è difficile vincerlo per un difensore. Le partite le decidono gli attaccanti da un punto di vista statistico. La mia soddisfazione è dare assistenza alla fase offensiva, senza dimenticare i compiti difensivi".
Bastoni, infine, parla del rapporto con il ct Luciano Spalletti: "E' trasparente con tutti, dice le cose che pensa in faccia: è una sua grande qualità. La parentesi all'Europeo non è stata troppo felice, mi prendo la responsabilità del gruppo. Forse abbiamo fatto fatica a capirci. C'è stata grande maturità in Nations League, ora ci intendiamo e stiamo facendo grandi cose. L'obiettivo obbligatorio ora è partecipare al Mondiale perché è da due edizioni che non ci riusciamo a qualificare".
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