.

Belfodil: "Il Ramadan conta più del calcio. Su Garcia e Mazzarri dico..."

di Alessandra Stefanelli

In vista di Inter-Roma, Tuttosport ha intervistato l'attaccante dell'Inter Ishak Belfodil, che ha già fatto male ai giallorossi quando vestiva la maglia del Parma.

Ishak Belfodil, pronto per sfidare la Roma capolista?
"L'anno scorso ho fatto gol ai giallorossi in un Parma-Roma 3-2, ma loro avevano una formazione ben diversa. La Roma oggi è una bellissima squadra che gioca bene a calcio. Inoltre conosco bene Garcia: in Francia ha sempre fatto bene in tutti i club in cui è stato, sapevo che avrebbe fatto bene anche in Italia, ma non pensavo così in fretta in una piazza complicata come quella della Roma. Le sue squadre hanno un gioco efficace, se la Roma è prima davanti a Napoli e Juventus, le altre due squadre che temo di più in campionato, ci sarà un motivo".

Come sta l'Inter? L'inizio è stato molto positivo...
"Io non sono sorpreso dalla nostra partenza, piuttosto lo ero la scorsa stagion, quando vedevo l'Inter a metà classifica. Adesso abbiamo rimesso le cose a posto, ma la strada è lunga: anche un anno fa l'Inter partì forte e poi..."

Una gara da titolare, una manciata di minuti col Catania e quattro panchine: è complicato trovare spazio in un'Inter che gira a mille?
"Sì, soprattutto perché ci sono poche partite. In attacco siamo cinque e i posti sono pochi".

Il fatto di aver svolto una preparazion a singhiozzo per seguire il Ramadan ha pesato sul suo rendimento?
"Sì, ha pesato così come nelle stagioni scorse. Non voglio usarlo come scusa se quest'anno va meno bene. Anche a Parma ho avuto difficoltà nelle prime settimane, ma poi mi sono ripreso. Se faccio fatica, non mi metto in testa che la colpa sia del Ramadan: per me è più importante del calcio".

Quanto conta la Fede nella sua vita?
"Mi ha aiutato molto nel percorso formativo. Se si rispetta la religione, bisogna essere seri ogni giorno e questo di conseguenza aiuta a essere un calciatore professionista. Non si va in giro a fare baldoria, non si fanno cose che stancano e che poi non ti permettono di allenarti al meglio. La religione mi aiuta quotidianamente per avere equilibrio: se tutto va bene, non mi molto la testa o faccio il fenomeno, se tutto va male, non mi abbatto e rimango sereno".

Anche Donadoni è stato fondamentale per la sua esplosione?
"A Parma ho trovato un allenatore che mi capiva e sapeva aiutarmi. E' anche merito sui se sono arrivato all'Inter. Se l'avessi ascoltato di più, potevo crescere e migliorare maggiormente".

Un impatto differente rispetto a quello avuto a Bologna con Pioli.
"Ero più giovane e appena sbarcato in Italia, quando difendevo non ero mai al posto giusto, sul piano della tattica, da zero a dieci, ero tre. Pioli si giocava la salvezza e ha preferito non correre rischi".

Con Mazzarri invece come va?
"Si lavora molto, non lascia niente al caso, controlla e cura ogni dettaglio. Il mister è molto presente e scrupoloso. A un attaccante chiede molto sacrificio, poi però urla di buttarla dentro. I suoi attaccanti hanno sempre segnato tanto, speriamo accada la stessa cosa qua all'Inter".

Lei in quale ruolo preferisce giocare?
"Dipende. Quando gioco da prima punta, cerco il gol. Quando faccio la spalla o l'attaccante esterno, mi allontano dall'area, cerco più l'assist e perdo di vista la porta. E' come se mi sentissi attaccante solo quando gioco da centravanti".

Ma è vero che il Lione l'ha scoperta in una banlieu parigina?
"Se uno abita a Parigi, in periferia, gioca per forza in strada. E' una scuola, si impara molto tecnicamente, a saltare l'uomo, nessuno ti chiede i tagli difensivi o la tattica. Ero iscritto a una squadra di un paese vicino a Parigi, però gli amici più 'anziani' con cui giocavo in strada mi spinsero a provare una grande squadra e alla fine li ho ascoltati".

Senta, ma è vero che non ha tatuaggi?
"La mia religione non me lo permette. Sono un'eccezione in Serie A? E' vero, siamo in pochi a non averne...".

Ma alla playstation ci gioca?
"Sì molto e prendo sempre il Bayern Monaco"

"Mangia ancora tanta pizza? A Parma girano certe voci...
"Tanta no, però mi piaceva mangiarla una o due volte alla settimana: in Italia come fai a vivere senza pizza e pasta?

Il Mondiale con l'Algeria è un obiettivo concreto?
"Ho giocato con le giovanili della Francia, ma poi ho scelto io di difendere i colori dell'Algeria: andare in Brasile sarebbe un sogno. Speriamo di battere il Burkina Faso nello spareggio: sulla carta siamo favoriti".


Altre notizie