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Bienvenido, Rafa! Dal Politecnico di Madrid al miracolo dell'Ataturk

di Giacomo Uccheddu

L’allenatore della stagione 2010-11 per l’Inter sarà lo spagnolo Rafael Benitez, da molti conosciuto per le esperienze di Valencia e Liverpool, ma in pochi lo conoscono pure per le esperienze passate. Per questo, come consuetudine per tutti i nuovi arrivi in casa nerazzurra, FcInterNews vi racconterà la storia e la carriera dell'allenatore iberico, che in Champions League spesso e volentieri ha dato dispiaceri all’ex tecnico nerazzurro Mourinho.

Rafael Benitez Maudes nasce il 16 aprile 1960 a Madrid, e proprio dalla società più importante della capitale spagnola, il Real Madrid, inizia a tirare i primi calci al pallone. Ma Rafa capisce che da calciatore il suo futuro non sembra essere così promettente: non riesce mai ad arrivare in prima squadra, poi nel 1981 si trasferisce al Parla dove resterà per quattro stagioni collezionando 8 reti in 124 presenze. La sua carriera da calciatore finirà nell’86 dopo una stagione al Linares. Chiusa la parentesi da calciatore, si iscrive al Politecnico di Madrid (laurea in Educazione Fisica coi massimi voti). Nel frattempo comincia la sua preparazione da allenatore: studia calcio, viaggia, assiste alle partite. A 26 anni entra nella cantera delle merengues, prima come allenatore della squadra under 19, quindi alla guida delle riserve e nello staff della prima squadra.

La sua prima esperienza da capoallenatore è al Valladolid, e  non è propriamente felice: dopo due sole vittorie in 23 gare, arriva il primo esonero. Stessa sorte la stagione successiva: lo spagnolo decide di ripartire dalla Segunda Division, con l'Osasuna: nove
partite, una vittoria e lettera di licenziamento. Dal 1997 al 1999 guida l'Extremadura; al primo anno ottiene il primo traguardo importante, riuscendo a portare, per la prima volta nella storia, la squadra nella massima serie spagnola. Dura solo un anno, però, perché l'anno dopo il club retrocede nuovamente, Benitez lascia e decide di prendersi un 'anno sabbatico'. 

Nel 2000 passa al Tenerife, che porta in Primera Division. Trampolino di lancio importante per Benitez, che l'anno dopo verrà chiamato dal Valencia per sostituire Hector Cuper, passato all'Inter. Sarà la svolta della carriera del tecnico: nel 2002 conquista al primo colpo il campionato, riportando dopo 31 anni il titolo della Liga al Mestalla. L'anno successivo debutta in Champions League, esperienza che si chiude ai quarti per mano proprio dell'Inter di Cuper. Si riscatterà l'anno dopo, vincendo campionato e Coppa Uefa. Proprio nel 2004, però, Benitez lascia l' 'equipo ché' per dissapori con la dirigenza, e si trasferisce in Inghilterra per allenare il Liverpool. Nella prima annata, nonostante in Premier League non faccia bene, riesce a regalare ai Reds un trionfo storico quale la vittoria della Champions League, in una serata che gli interisti ancora adesso ricordano con grande piacere: quella dell' "Ataturk" di Istanbul, della vittoria ai danni del Milan a Istanbul dopo una strepitosa rimonta da 0-3 a 3-3 fino alla vittoriosa lotteria dei rigori.

Nella stagione successiva Benitez porterà un’altra coppa al Liverpool, ovvero la Supercoppa Europea, vinta a Montecarlo ai danni del Cska Mosca. Sarà l'ultimo successo di una lunga esperienza, protrattasi fino alla rescissione di qualche giorno fa e alla successiva firma con l'Inter. Descritto come tecnico preciso, maniacale nel suo lavoro, fedele da sempre al 4-2-3-1, lo stesso schema adoperato da Mou per la sua super-Inter, alla marcatura a zona anche sui calci da fermo, alla rotazione dei giocatori, nei suoi anni ad Anfield Benitez si è guadagnato la fama di duro, di allenatore che non guarda in faccia nessuno, come dimostra il pugno di ferro tenuto nei confronti di Fernando Torres. Un anti-personaggio, anche spigoloso, spesso entrato in rotta di collisione con i suoi colleghi, come Sir Alex Ferguson e lo stesso Josè Mourinho. Anche se il portoghese giura che tra i due c'è stato un chiarimento, nel 2007, il giorno dopo l'addio dello Special One al Chelsea, Benitez era stato l'unico a non voler solidarizzare col portoghese: "Conoscete il nostro rapporto, è meglio che non dica nulla". 

Proprio di Mou, adesso, Benitez raccogliera l'eredità forse più pesante: prenderà in mano le redini della sua Inter capace di conquistare il 'triplete' nel meraviglioso mese di maggio. La sua missione sarà quella di tenere viva la fame del gruppo, per portarlo verso nuovi, fantastici trofei, nel segno di una splendida continuità come annunciato dallo stesso Moratti. Il pubblico interista attende fiducioso Rafa, intanto dice "bienvenido!".
 


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