.

Bonucci, Pandev e Pinilla: è il momento di imparare dagli errori

di Alberto Casavecchia

In questi giorni Radiomercato accosta l’Inter al bomber cadetto del Grosseto, Mauricio Pinilla che, già nel 2003, era passato dalle parti di Appiano Gentile; solo di passaggio, però, per poi essere ceduto forse con troppa fretta. Il ragazzo ha poi girato tra Cile, Scozia, Brasile e Grecia, prima di esplodere definitivamente in serie B, a Grosseto. La storia di Pinilla dovrebbe indurre la società nerazzurra a ponderare meglio certe scelte ed evitare queste situazioni. Ci si è salvati in calcio d’angolo con Goran Pandev; cresciuto e divenuto un calciatore nelle giovanili nerazzurre, Goran, al pari con Balotelli e Santon, è uno dei prodotti migliori della cantera nerazzurra, e il suo ritorno a gennaio è stato un toccasana per il reparto offensivo nerazzurro, che ha guadagnato in classe e rapidità. La dirigenza nerazzurra, tenendo presente il caso Pandev, non vorrebbe ripetere l’errore e sta facendo una corte spietata a Leonardo Bonucci, di proprietà del Genoa, ceduto nell’ambito dell’operazione Milito-Motta. La sua crescita esponenziale a Bari ha convinto Branca ed Oriali ha puntare su di lui e si cerca di riportarlo all’ovile, alla casa base. D’altronde il ragazzo lo ha detto; non è in collera con l’Inter  ed un ritorno sarebbe davvero molto gradito, da ambo le parti.

Imparare quindi dal passato; è vero che nel mercato di oggi le super valutazioni dei calciatori facciano sì che i presidenti inseriscano nella trattative dei giovani perché non possono coprire l’intera operazione a livello monetario, ma privarsi di potenziali campioni è una soluzione che alla lunga potrebbe far scottare la società stessa. Quindi bisogna pensare anche al futuro e non soltanto al presente; prendiamo ad esempio tre giovani nerazzurri; Arnautovic, Krhin e Destro, inseriti nelle trattative più disparate lo scorso gennaio. Il primo, per il quale l’Inter ha battagliato con i migliori club europei, sta dimostrando in Under 21 austriaca (riguardare la grande punizione messa sotto il sette) di essere cresciuto e potrebbe essere, in futuro, un arma in più per l’Inter se solo gli si desse una maggiore fiducia. Diamo tempo al tempo e l’ex Twente non fallirà, perché davvero in lui si vedono potenzialità enormi. Lasciamolo tornare in forma e adattarsi al meglio all'Italia. Marko veniva dipinto come il nuovo Ibra, mai definizione fu più giusta. Rene Krhin e Mattia Destro sono sullo stesso piano; qualora l’Inter dovesse sacrificarli per obiettivi più grossi, sarebbe cosa gradita il prestito gratuito, senza correre il rischio di perderli. Il primo sta guadagnando fiducia e la nazionale slovena sta divenendo sempre più sua. Il secondo invece stupisce come sempre con la Primavera, e il settembre prossimo potrebbe vestire la casacca dell’Under 21 (in un ipotetico passaggio di consegne con Mario Balotelli); di lui si dice un gran bene e ha un po’ stupito il fatto che un talent scout come Mourinho non lo abbia portato con sé, almeno in piccoli impegni, in prima squadra.

L’augurio è che tali scelte societarie vengano ponderate al massimo e che il passato sia da monito per il presente; teniamo presente che questi ragazzi farebbero il bene di grandi tecnici come Wenger o Sir Alex Ferguson, da sempre grandi scopritori di giovani. Quindi perché perdere tali prospetti, ricercati anche dai grandi club? Come sempre la soluzione è nel passato e Pandev, in questo caso, docet.


Altre notizie