Borini è la prima scelta, c'è un problema di costi. Discorsi fermi e Ausilio...
Non è certo il nome che stuzzica la fantasia dei tifosi, soprattutto in un momento in cui servirebbero dei campioni, ma in società sono più che convinti del vantaggio competitivo che il suo arrivo all’Inter potrebbe dare alla squadra. Fabio Borini, classe 1991 e legato al Liverpool da un contratto fino al giugno 2017, è in cima alla lista dei papabili rinforzi per il reparto offensivo nerazzurro a gennaio. Un reparto che, dopo la pessima esperienza di questo primo scorcio di stagione (Osvaldo infortunato a lungo e Palacio solo oggi sulla via del recupero, a evidenziare la mancanza di alternative), deve necessariamente essere rimpinguato da un ulteriore innesto, affidabile, che possa assicurare un apporto significativo alla rosa.
PROFILO IDEALE - Giorni fa il diesse Piero Ausilio, sottolineando comunque la difficoltà della trattativa, ha ribadito la sua stima incondizionata e datata nei confronti dell’ex Roma, che pur essendo ancora molto giovane, discriminante significativa in casa Inter per un’operazione in entrata, ha già una discreta esperienza in campo internazionale. Borini, tra l’altro, è un profilo ideale perché, oltre a essere una seconda punta mobile, che non dà punti di riferimento e può alternarsi con Palacio se non addirittura giocarci assieme in un modulo più offensivo, è in grado di agire anche da esterno d'attacco, figura che nella rosa attuale è gravemente assente. Inoltre, gli anni in Inghilterra lo hanno maturato anche nell’atteggiamento, tipicamente british: agonismo, intensità e rapidità d’esecuzione, qualità che lo rendono ancora più interessante.
NUMERI NON ESALTANTI - C’è però un limite di Borini che potrebbe far storcere il naso: il numero di gol. Pur essendo una punta, infatti, le statistiche non gli danno molta ragione. Si pensi che nonostante le 41 presenze complessive con il Sunderland la scorsa stagione (ceduto in prestito dal Liverpool), il 23enne di Bentivoglio ha totalizzato appena 12 gol e 5 assist, non certo un bottino di cui vantarsi considerata la continuità d’impiego. Decisamente meglio con la Roma, stagione 2011/12 (conclusa con una cessione per oltre 13 milioni di euro ai Reds), quando Borini in 26 presenze aveva segnato 10 reti, 2 delle quali all’Inter nel 4-0 dell’Olimpico, forse la principale occasione in cui Ausilio si convinse delle sue qualità. Da allora poca luce per l’attaccante, soprattutto con il Liverpool per cui, finora, è sceso in campo solo 7 volte e solo una per 90 minuti (a Madrid in Champions contro il Real). Il suo tabellino personale recita zero gol, ma soprattutto la conferma di non essere che un’alternativa da gettare nella mischia in caso di bisogno per il tecnico Brendan Rodgers.
APPROVATO, PURCHE' LOW COST - È proprio puntando sulla scarsa visibilità di cui Borini gode in maglia Reds che Ausilio vorrebbe intavolare una trattativa low cost con il Liverpool, che dal canto proprio preferirebbe non dilapidare un investimento comunque oneroso di appena due anni fa. Inoltre, bisognerebbe comunque trovare un sostituto e in questo momento Rodgers ha altre priorità. Dovrebbe pertanto essere il giocatore a spingere per andare altrove a cercare più spazio, magari tornando in Italia. Meta da lui assai gradita, così come l’Inter più della Fiorentina, almeno secondo quanto filtra da ambienti viola. Priima di affondare il colpo, con l’avvicinarsi di gennaio, la dirigenza nerazzurra deve però preoccuparsi di altre questioni, innanzitutto la posizione di Mazzarri, uno degli sponsor di Borini all’Inter (piacciono la duttilità e lo spirito di sacrificio). Chiaramente, se dopo le prossime partite la situazione dovesse precipitare, verrebbero messe in discussione sia la conferma dell’allenatore sia le strategie di mercato invernale definite assieme a lui. In caso contrario, si cercherà di convincere il Liverpool chiedendo un prestito con riscatto fissato a una cifra che trovi d’accordo entrambi i club, magari pagata in più rate com’è ormai nello stile della società di corso Vittorio Emanuele a Milano.