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Botta: "Inter, grazie per l'attesa. Dagli argentini ho avuto un grande aiuto"

di Christian Liotta
Fonte: Dagli inviati Fabio Costantino e Luca Pessina

Presentazione ufficiale alla Pinetina per il primo acquisto del mercato invernale dell'Inter: Ruben Botta, fantasista argentino 24enne, dopo la buona prestazione offerta contro la Juventus rilascia le prime dichiarazioni ufficiali da neo-giocatore dell'Inter. 

Che tipo di giocatore sei? 
"Mi piace giocare in avanti, non importa se a destra o sinistra, giocherò dove il mister avrà bisogno". 

Hai un modello?
"Sì, mi piacciono i giocatori che fanno la differenza. In Argentina ho sempre ammirato Riquelme, mi piace Lionel Messi e mi ispiro a lui".

Come hai vissuto questi mesi in Italia?
"E' stato un momento difficile per me quello dell'infortunio. Avevo parlato con l'Inter ma ero ancora libero, per me era un sogno venire qui. Ho avuto paura di non poter venire qui e avere un club, ma Piero e il club mi hanno aspettato e aiutato e per questo li ringrazio". 

Hai scelto il numero di Recoba.
"Mi incantava il modo in cui giocava, l'ho visto in azione, ha fatto grandi cose per l'Inter. Ora tocca a me, quello che devo fare è lavorare duro per raggiungere risultati".

Come stai ora fisicamente? Il recupero è andato velocemente e Mazzarri ti sta dando fiducia...
"Sto bene, nell'ultimo mese sono migliorato tantissimo. Sono andato in prestito al Livorno e li ringrazio, ora spero di ripagare la fiducia di Mazzarri dando il massimo in campo".

Qual è la tua autonomia in campo?
"Adesso mi sento bene, ogni giorno lavoro molto duramente. Però non so giudicare quanti minuti posso avere o iniziare una partita, farò il massimo per quanto l'allenatore mi vorrà in campo".

Sei arrivato in un momento un po' particolare, quando le cose vanno male ci si appella alle novità ma entrare in una squadra che fatica forse è più difficile.
"E' vero, non è un bel momento, però qui si vedono i giocatori; il gruppo è molto unito, dai giocatori al mister, ora voglio lavorare e imparare dagli errori del passato. Ogni squadra poi viene a giocare a San Siro come se fosse una finale, l'unica cosa da fare è lavorare al massimo e uscire da questo momento".

Non era meglio andare a giocare in prestito?
"Qui ci sono grandi giocatori, è una grande squadra; l'importante è impegnarsi al massimo e cogliere l'attimo quando si presenta. L'importante è lavorare il doppio e imparare dagli errori. Ma essere qui per me è un sogno, non è un problema lottare come faranno i miei compagni". 

Hai considerato le offerte di altri club oppure l'Inter per te era sempre la prima scelta?
"C'erano altri club prima dell'infortunio, ma l'obiettivo era arrivare qui. Avevo la parola del club, poi il fatto che non potessi venire era un altro problema".

FcIN chiede: questa scelta è dovuta anche ai tanti connazionali in squadra?
"Ci sono tanti argentini, dal primo giorno che sono arrivato mi hanno aiutato. Non era facile per me lasciare l'Argentina da infortunato, ma qui ci sono grandi persone che mi hanno aiutato tanto".

Ancora FcIN: come hai vissuto il momento del passaggio dal Tigre all'Inter? Ricordiamo che il presidente non era contento...
"Ho passato brutti momenti, un giorno dicevano che andavo un altro che restavo. Però io pensavo solo a giocare; ringrazio sempre il Tigre perché mi ha aperto le porte del calcio che conta quando ero ragazzino, e mi ha dato tutto. La gente diceva che non ero riconoscente, ma non è vero. Nel calcio però bisogna andare avanti".

FcIN chiede ancora: sei pronto a raccogliere l'eredità degli argentini che probabilmente andranno via?
"Hanno vinto molto qui, io devo solo apprendere da loro e ascoltarli, capire la loro esperienza. Ogni giorno lavoro per imparare, la verità è che gli argentini che ci sono qui sono grandissime persone oltre che giocatori. Devo lavorare, lottare e giocare nella miglior maniera. Devo tenere presente che ogni gara è una finale, devo capire che qui devo avere una mia storia". 

Puoi indicarci qualche giocatore legato alla storia dell'Inter?
"Mi è sempre piaciuto Ronaldo, ma ci sono tanti altri giocatori che hanno fatto la storia".

Il giocatore dell'Inter attuale che ti ha impressionato?
"Tutti, ma in particolare Kovacic. Ha una grande tecnica e sa uscire da situazioni difficili, e mi ha impressionato. Ha un grande futuro davanti".

Domanda per Ausilio: mercato molto intenso, specie per lo scambio Vucinic-Guarin. Lei sente la fiducia di Thohir per il futuro?
"Rispondo senza problemi: tensioni non ce ne sono mai state, accordi che prima di essere firmati non vengono confermati tempo prima nel calcio sono all'ordine del giorno. Nell'ultimo giorno di mercato, 3-4 volte un giocatore sembrava pronto ad andare in un club e poi non è successo. Non è successo nulla con Isla, né con Vucinic; è il mercato, una storia mediaticamente valutata secondo situazioni che non meritavano di essere tali. Stimo la Juve, sono colleghi molto professionali, ci sono rapporti tra dirigenti di società che sono rivali, come giusto che sia, ma nel pieno rispetto delle responsabilità. Quell'accordo non doveva essere sottoscritto. Confusione? Non c'è. C'è la stima del presidente Thohir, abbiamo fatto quello che era concordato col presidente e con l'allenatore. Botta, Hernanes e D'Ambrosio sono arrivati con sacrificio economico per Hernanes, con grande volontà e orgoglio per D'Ambrosio sul quale c'era mezza Serie A. Poi conta il campo, cominciare a vincere da domenica. Poi vedremo se avremo raggiunto gli obiettivi".

Che idea ti eri fatto di Juve-Inter e come è cambiata quando sei entrato?
"Sapevamo fin dall'inizio che sarebbe stata difficile, loro nella ripresa han fatto due gol rapidi. Io sono entrato e ho dato tutto, ho cercato di capire quello che chiedeva il mister".

Per Ausilio: Branca non c'è...
"Io garantisco la mia di presenza, poi sta a Branca rispondere del fatto che non ci sia".

Ci racconti due cose del tuo privato?
"Vivo a Como, da solo". 


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