C'è chi può ri-accendere la luce: il Mago di Linz lucida la sua bacchetta
Nero. Non come il colore che in coppia con l'azzurro rende meravigliose le notti del popolo interista, ma nero come il momento di questa squadra, che tra Cagliari e Fiorentina perde certezze e sorrisi ormai piacevole abitudine nel kick-off della stagione. Ora la luce non c'è e tutto appare buio nel mondo Inter. E quando l'interruttore è rotto occorre aggiustarlo al più presto, sostituendolo con uno nuovo, per non rischiare di proseguire alla cieca rischiando di compromettere una stagione appena iniziata. Ma in questa squadra non occorre andare a cercare la soluzione migliore in lungo e in largo, perché l'interruttore - quello nuovo, nuovissimo - c'è già. Ed è giovane, forte, magico e di prospettiva, in grado di rendere ancor più bella la luce che ora va via via calando a Milano. E oggi tocca a lui ora contribuire, in prima persona, entrare nel buio degli spogliatoi di Appiano Gentile, San Siro ed esterne e accendere la luce: Mateo Kovacic, il Mago di Linz. Per ripartire.
Probabilmente non è un caso che le uniche, pesanti sconfitte stagionali siano coincise con due gare no del croato, che nella Milano Zemanlandia per un giorno non incide come nei match migliori, anche se nel disastroso pomeriggio nerazzurro è uno dei pochi ad accendersi e accendere una squadra piatta, con alcune giocate delle sue mal accompagnate da una fluidità di gioco e accompagnamento assenti. A Firenze, forse, un passo indietro personale che l'Inter non può permettersi, in senso positivo. Perché i suoi passi valgono doppio: in avanti in quanto potenziale fenomeno, ma anche indietro perché quando in campo manca la luce croata la squadra vede nero.
Sei presenze in campionato, 523 minuti giocati e due gol, contro Sassuolo e Palermo e anche un giallo, il colore - oltre che della luce, appunto - di un cartellino che ha 'assaporato', segno che anche a livello di 'cattiveria' il ragazzo cresce. 'In Europa meglio non rischiare', avrà pensato Mazzarri, che gli risparmia le gare-girone di Europa League in quel di Kiev contro il Dnipro e contro gli azeri del Qarabag a San Siro, con i 'soli' (si fa per dire) tre gol nel return match contro i modesti e pittoreschi islandesi dello Stjarnan. Numeri, in campo e nelle tabelle-statistiche.
Black out totale ad Appiano Gentile in questo periodo, con coach WM che attende il ritorno dei Nazionali per preparare al meglio una gara delicata, probabilmente decisiva, quella contro il Napoli che ha iniziato nero con Champions addio e sconfitte iniziali in Serie A, ma che ora vede lo spiraglio. Partita importantissima, per classifica (meglio 'non scherzare con il fuoco' per non veder allontanarsi ulteriormente le posizioni che contano) e morale. Un morale che con la luce può tornare quello di prima. Ma per questo occorre il lampo, il nuovo interruttore, che risolve i problemi allontanando buio e tenebre. Occorre lui: il Mago di Linz con la bacchetta magica. Per rubare lo spiraglio azzurro, quello del Napoli, e ridarlo a un nero che in coppia non farebbe più paura. E ri-accendere le luci di un Meazza che il 19 ottobre dovrà tornare 'casa'.