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Calcio democratico? L'Inter continua a pagare quel braccio di Quaresma

di Fabio Costantino
L'episodio incriminato di ieri

Non c'è che dire, la democrazia nel calcio è pura utopia. Non sono state sufficienti neanche le proteste (con conseguenze disciplinari) post Bari-Inter e post derby a convincere i direttori di gara a interpretare in modo univoco determinati episodi. Non si tratta di piagnistei, come qualcuno sostiene, in casa nerazzurra ci si sta convincendo sempre più che certe interpretazioni del regolamento vengano effettuate ad hoc, quasi a voler punire la squadra di Mourinho. Che, probabilmente, sta pagando a caro prezzo l'errore di Pierpaoli, che in Chievo-Inter ha ignorato un tocco di mano in area di Quaresma al 92'.

Da quel giorno, ogni episodio analogo è stato 'letto' in maniera univoca dai direttori di gara. Univoca non nel senso che le decisioni sono state coerenti con l'episodio, ma nel punire costantemente l'Inter. Bari-Inter, per esempio, arbitro Rosetti: Meggiorini crossa, Samuel in caduta tocca con il braccio. Rigore, nulla da dire. Inter-Milan, arbitro Rocchi: Huntelaar tira, Lucio protegge il volto da distanza ravvicinatissima e tocca con il braccio. Rigore, ammonizione ed espulsione. Infine Inter-Juventus di ieri sera, arbitro Damato: Thiago Motta crossa in area e Felipe Melo con il braccio largo (identico a Samuel) manda in corner. Rigore, anzi no, è giudicato involontario. Ma come? E' un caso identico a quelli precedentemente citati, tocco di mano da posizione ravvicinata, meriterebbe dunque il rigore. Ma stavolta verrebbe assegnato all'Inter, quindi si continua a giocare. Ma forse significa essere mal fidati. Fatto sta che le proteste di casa nerazzurra hanno una loro logica, non vengono espresse tanto per far rumore. Non ce ne sarebbe bisogno, l'Inter vince comunque sul campo. Però il vento non sta soffiando in modo coerente, non almeno nella coerenza che un calcio democratico pretende.

E per fortuna Rocchi non ha punito con il rigore il tocco (involontario) di Maicon su un tentativo di sombrero di Ronaldinho in Inter-Milan. Probabilmente non se n'è accorto, visto che era a una certa distanza. Altrimenti non faticheremmo a credere che la decisione sarebbe stata in linea con le altre. Nessuno dica, dunque, che i nerazzurri si lamentano e basta, senza alcuna ragione. I motivi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti.


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