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Calha risolve il rebus, Inzaghi stile Conte. Lautaro dalle polemiche alle scuse

di Stefano Bertocchi
L'Inter contro il Napoli segna tre gol e raccoglie tre punti. Che però pesano sicuramente di più: per l'importanza dell'avversario affrontato (e battuto) e per il terreno (doppiamente) rosicchiato in vetta alla classifica sia alla banda di Spalletti che al Milan, fermato 24 ore prima del big match di San Siro dalla Viola di Vlahovic. Un 3-2 che dà fiducia e autostima per quello che verrà, a partire dal cruciale appuntamento europeo di mercoledì contro lo Shakhtar Donetsk.

REBUS RISOLTO - Dopo la freddezza sotto la Sud contro il suo vecchio Milan, Calhanoglu si ripresenta ancora una volta dagli undici metri ad una sola giornata di distanza. La porta è la stessa del derby, l’angolo scelto (e il risultato finale) pure. “Se sono io il rigorista? No, siamo tutti e tre ancora - ha assicurato al 45’, con la sfida ancora in corso -. Non è cambiato niente, siamo una squadra e siamo uniti. Chi si sente, bene calcia”. Una massima ripetuta anche nel finale di partita da Hakan, che in questo momento... si sente bene e calcia. E finché va così può anche non essere cambiato niente sull'aspetto teorico, ma nella pratica il 'rebus del rigorista' pare finalmente risolto. 


NIENTE SCUSE - Tra chi si guadagna la copertina da protagonista principale c'è anche Lautaro Martinez, autore del diagonale vincente che mette in discesa la gara e gli consente di interrompere il lungo e fastidioso digiuno da gol. Le cose sembrano cambiate radicalmente da quando, sempre contro il Napoli - nel 2-0 del 28 luglio 2020 firmato dal suo destro e dalla rete di D'Ambrosio - tornava a segnare a San Siro, ma con annessa esultanza polemica per le insistenti voci di mercato sul Barcellona. Quella volta con le mani simulò un 'bla, bla, bla' per zittire le chiacchiere; a questo giro, dopo un rinnovo che gli stampa addosso il timbro del leader, preferisce invece unirle per chiedere scusa ai suoi tifosi. Scuse accettate, Toro. Ma non c'era bisogno.

INZAGHI STILE CONTE - L'Inter ospita la prima della classe con la fastidiosa ‘sindrome da big match’ da superare. Contro Atalanta, Lazio, Juventus e Milan sono arrivati solo tre punti, frutto di tre pareggi (tutti a San Siro) e della sconfitta all’Olimpico contro la banda di Sarri. E tutte maturate da situazioni di iniziale vantaggio. Contro il Napoli la situazione si è ribaltata: dopo l'1-0 di Zielinski è arrivata la reazione, poi tramutata nella prima vittoria stagionale in uno scontro diretto. Un sassolino che Inzaghi si è tolto con rabbia dalla scarpa, così come quello legato al tabù-Napoli: tra tutte le formazioni affrontate almeno due volte in carriera, la squadra campana era quella con cui il tecnico piacentino aveva la più alta percentuale di sconfitte (quasi il 73%). Ieri invece sono arrivati tre punti pesanti e vitali. Tra l'altro alla 12esima giornata di campionato, e appunto contro il Napoli: proprio come accadde all'Inter di Conte, che dopo il sofferto 1-0 (rigore di Lukaku) rifilato agli azzurri il 16 dicembre 2020 - sempre alla giornata numero 12 del calendario di Serie A - ritrovava la giusta convinzione per la prepotente scalata verso quello scudetto che ora anche Simone può sognare. 


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