Calhanoglu box to box: cervello, sensibilità e ferocia al servizio dell'Inter. Il 20 e il 23 che fanno la differenza
Il 20 e 23. Uno è il numero di maglia. L’altro il momento sliding doors di Cagliari-Inter. Mettiamo in fila i numeri. Il 20 al 23esimo si presenta puntuale all’appuntamento con il destino e recupera su Nandez, centrocampista del Cagliari, che sta calciando da solo davanti a Yann Sommer. Scivolata e palla in calcio d’angolo. L’Inter conserva l’1-0, i tifosi dietro la porta della Domus Arena ammirano un giocatore famelico, di un’intensità mentale mai vista prima. Trattasi di Hakan Calhanoglu, neanche a dirlo.
Invertiamo pure i numeri, il risultato non cambia: 32esimo minuto, altro intervento deciso del turco che recupera su Gaetano Oristanio e spegne sul nascere un possibile contropiede. Partono i cori dei tifosi in trasferta. “Bravo Calha, bravo”. Simone Inzaghi urla e applaude convinto il giocatore che per primo porta pressione per recuperare il possesso più velocemente possibile. Si cimenta in una continua corsa contro il tempo, fatta con intelligenza, sacrificio e ferocia. È uno degli attori principali nel film della partita del Monday Night: tratta la palla come un diamante da riconquistare e portare fuori dal caveau prima che venga giù tutto. Quando ce l’ha tra i piedi abbassa i giri e infonde serenità e tranquillità. Cerca il compagno più vicino, chiede l’uno due, pulisce palloni sporchi. Si abbassa e porta con sé Naithan Nandez (ancora lui) che lo segue ovunque. Così si possono alzare i vari Alessandro Bastoni, Federico Dimarco, Nicolò Barella. Gocce di sudore? Poche. Prende anche un palo, ma gioca con il sorriso, mantenendolo anche al rientro negli spogliatoi, quasi non avesse corso per 95 minuti e ne avesse per altrettanti. Il tabellino recita Cagliari 0, Inter 2.
Calha sente la massima fiducia dei compagni e dell’ambiente, che l’ha messo al centro di un progetto di continuità e allo stesso tempo rinnovamento. L’allenatore di Piacenza non rinuncia mai a lui, già dalla passata stagione: 49 partite giocate tra tutte le competizioni, 3502 minuti se vogliamo fare ancora più effetto. Il tutto condito da 8 assist e 4 gol. E questa stagione la musica non cambia: 2 partite di campionato e 180 e più minuti giocati allo stesso ritmo, il ritmo dell’Inter. La finale di Istanbul, parentesi dove era stato uno dei meno brillanti, è un lontano ricordo. Si è conquistato nella passata stagione il ruolo di vertice basso a causa dell’infortunio alla coscia di Marcelo Brozovic. Da quell’Inter-Barcellona di Champions League del 4 ottobre 2022, vinta proprio grazie a un suo gol, Calha ha preso ago e filo e con pazienza si è cucito addosso quella posizione, oltre all’amore di tutti i tifosi nerazzurri. Ricambiato in pieno. Proprio lui che ai tempi del Milan e del Bayer Leverkusen giocava da trequartista e non aveva nei palloni recuperati e nei contrasti vinti una grande media, ha lavorato e migliorato queste caratteristiche, abbassandosi ma ampliando il raggio d’azione grazie all’intuizione di Inzaghi: stesso tragitto tattico intrapreso negli anni da Brozovic. Uno se n’è andato, l’altro è più presente che mai. Con una fiche in mano da scommettere ora, si dovrebbe puntare senza dubbio sul numero 20 ner…azzurro.
Riccardo Despali