Calhanoglu play, l'errore di Barcellona e le gerarchie di Inzaghi: la gestione rivedibile di Asllani
Nessuno si aspettava che Kristjan Asllani riuscisse a conquistare una maglia da titolare al suo primo anno di Inter, ma sicuramente ci si poteva aspettare qualcosa in più in termini di impiego e minutaggio: 555 minuti collezionati fin qui, di cui solo 285 in campionato, troppo pochi per un ragazzo seppur giovanissimo ma su cui il club nerazzurro ha deciso di investire per il futuro e che ha dimostrato, quando chiamato in causa, di poter dire la sua e contribuire al progetto.
Arrivato in estate per fare il vice Brozovic, Asllani ha dovuto fare i conti con l'esplosione di Calhanoglu, reinventato playmaker da Inzaghi dopo l'infortunio del croato. Il centrocampista turco si è dimostrato un autentico fuoriclasse anche davanti alla difesa, trascinando l'Inter soprattutto in Champions League con grandissime prestazioni. A farne le spese oggi è anche lo stesso Brozovic, rientrato dall'infortunio, ma ad oggi ancora alle spalle di Calha e Mkhitaryan nelle gerarchie di Inzaghi.
Quelle stesse gerarchie che hanno penalizzato Asllani nell'arco di tutta la stagione. L'ultimo episodio risale a domenica pomeriggio. Minuto 78'. Il tabellone dice Inter 2, Lecce 0. Il classe 2002 non vede il campo dal derby del 5 febbraio, quando collezionò solo un minuto nel finale della gara contro il Milan. L'occasione sembra delle migliori per far riassaggiare il rettangolo verde di gioco ad Asllani, ma Inzaghi opta per far entrare in campo Gagliardini al suo posto. Una scena vista e rivista tante volte. Da una parte un giovanissimo talento, dall'altra un giocatore in scadenza di contratto a giugno destinato a lasciare l'Inter e Milano tra qualche mese. Una scelta forse dettata da questioni di "spogliatoio".
Asllani ha la dote anche di poter essere schierato mezzala, ma è uno scenario tattico che ad Inzaghi sembra improponibile tanto da non schierarlo in quella posizione neppure per 10 minuti contro il Lecce sul risultato di 2-0. Chissà se la sua storia in nerazzurro sarebbe cambiata senza quell'errore pesante di Barcellona, quando Asllani si divorò il gol del 3-4 nel finale della gara di Camp Nou a tu per tu con Ter Stegen. Ma la sua gestione, abbastanza rivedibile, pone tanti punti interrogativi. La speranza è che tra qualche mese non ci si ritrovi a dover fare i conti con un talento "bruciato", l'ennesimo della storia nerazzurra.