Capodanno il 4 gennaio, perché no? Battere il Napoli e festeggiare con cautela: il meno è fatto
Testa bassa e pedalare, com'è giusto che sia. L'Inter aveva un esame fondamentale, l'ha superato con lode e ora non deve fare altro che perseverare su questa strada. Com'era quel detto? Chi vince a Capodanno vince tutto l'anno? Vale anche se lo si fa il 4 gennaio? Beh, speriamo di sì. In questa lunga e strana pausa invernale un po' tutti avranno pensato a come sarebbe stato battere la prima della classe, riaprire una corsa insperata contro una corazzata – fino a ieri sera – imbattibile. Bene così, era quello che ci voleva, ma non c'è tempo per festeggiare o fantasticare su quanto sia stato bello.
CONCENTRAZIONE. Quella che è servita, quella che c'è stata e non è mai mancata. E che dovrà essere pane quotidiano alla tavola nerazzura da qui a fine stagione. Facce concentrate e tese per 90 minuti e oltre, la voglia di vincere prende il sopravvento su tutto il resto. Nel match di ieri l'unico attimo di spensieratezza è alla rete dell'eterno Dzeko, poi di nuovo capo chino - salvo quando c'è da alzare i toni dell'agonismo, vedi Barella - e attenzione altissima senza lasciarsi sopraffare dal peso del pallone o dalle scorribande avversarie.
MINDSET. Chi si aspettava festeggiamenti euforici a fine gara è stato deluso. Riaprire un campionato che sembrava chiuso è infatti soltanto il primo passo, il discorso è ancora lungo e distrarsi anche un solo momento può fare la differenza tra il riuscirci e l'andarci vicino. L'impressione, confermata anche dalle parole di Inzaghi nel post-partita, è quella di una squadra che ha impostato la rotta verso una precisa meta e non vuole saperne di cullarsi dopo appena pochi km. Una delle tappe più dure è stata superata egregiamente, ora tocca alle altre. E l'Inter ci ha iniziato a pensare al terzo fischio dell'arbitro Sozza. La mentalità vincente si nota anche dai piccoli gesti dopo aver raggiunto un grande risultato: qualche applauso di ringraziamento al pubblico, un abbraccio al compagno e poi di rientro negli spogliatoi per guardare al prossimo impegno sul calendario. Per i sorrisi di gioia e gli occhi sognanti ci sarà tempo, ci sono ancora 8 punti da recuperare.
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