Carichi di responsabilità, istruzioni per l'uso: Juan è il nuovo nessuno
Tu chiamale se vuoi... prestazioni. Sì, perché nella notte del tutto esaurito di Torino (con tanto di provincialissima vittoria), esistono note talmente positive da farti dimenticare tutte quelle sterili polemiche che tanto gasano l'élite degli opinionisti nostrani. Nel cielo granata di Torino è brillata la stella di Juan Jesus. Lui, brasiliano di Belo Horizonte, noto fino a poche ore fa più per la sua predisposizione al tweet rispetto all'anticipo difensivo. Ieri, i suoi cinguettii hanno fatto tremare il poker di attaccanti di Ventura e hanno fatto ricredere i suoi tifosi, quelli scettici, quelli nerazzurri. L'impressione che hanno avuto in molti, prima di questa superba prestazione, è quella di un giocatore ancora grezzo e inesperto, inadatto a certe pressioni. Alle Olimpiadi londinesi non ha ben figurato al fianco di Thiago Silva, nonostante sia sempre rientrato nei piani di Menezes.
IL NUOVO NESSUNO - Pulito, sicuro, a tratti anche imponente invece, dinanzi a un cliente scomodo come Rolando Bianchi. Il Juan di Torino è sembrato di un'altra pasta rispetto a quello verdeoro. "Una rondine non fa primavera", recita un detto. Stramaccioni ne è consapevole, e dopo averlo schierato ieri a sorpresa, è sicuro di riuscire a dosare il giovane difensore senza correre il rischio di bruciarlo. Un rischio molto attuale se si continua a bollare Juan come il "nuovo + Thiago Silva/Lucio/etc". Invece no, non bisogna dimenticare che questo ragazzo ha 21 anni e che ha tutto il tempo per imparare dai propri errori e dalle proprie cappellate.
L'ARRIVO - Serviva un centrocampista che sapesse giocare il pallone, e invece arrivò Juan. La mossa di gennaio spiazzò un po' tutti: la spesa non era considerata urgente, e il reparto difensivo - nonostante il rendimento ampiamente negativo - restava decisamente più robusto rispetto a una squadra incapace di creare gioco. Giunto quindi a Milano nel mistero generale e attirando su di sè le deprimenti battute sul cognome Jesus, il brasiliano si è messo subito al lavoro calandosi anche nella realtà della Primavera. E' da Twitter che il giocatore esprime tutto il suo entusiasmo di vestire la maglia nerazzurra: quella sua foto alla nuova maglia, felice come un bambino. E poi le numerose risposte ai tifosi che lo menzionavano, accompagnate da quell'immancabile Forza Inter. Perché Juan si è calato con umiltà in un grande palcoscenico, e la platea nerazzurra ha subito percepito il suo dilagante entusiasmo.
IL PRESENTE - "Il mio sogno è quello di scrivere la storia di questa Società, così come lo hanno fatto Maicon e Julio Cesar", ha spiegato in un'intervista rilasciata pochi giorni a Mediaset. Per scrivere la storia c'è bisogno di tempo, e soprattutto di prestazioni del genere. Continue e mai isolate. Perché un grande difensore può essere definito tale solo quando mostra una sicurezza costante nel tempo. E adesso sembrerà difficile, ma nonostante il cognome e le ottime impressioni di ieri, non gli vengano chiesti miracoli: godetevi questa promessa, senza dargli troppe responsabilità. Al resto penserà lui.