.

Caro Sheva, alla fine godono i tifosi dell'Inter. Non due, ma tre volte...

di Fabio Costantino

Inutile nasconderlo, non è solo primo posto nel girone F e una qualificazione a portata di mano dopo tanta paura a dare soddisfazione ai tifosi nerazzurri. I più attenti ricorderanno di certo le parole di Shevchenko alla vigilia del match: "Giocare contro l'Inter per me è sempre un derby, è un avversario storico per me. Se la battessimo godrei due volte". Ecco, il buon Sheva, da ex rossonero, ha espresso i sentimenti maturati in tanti anni di militanza milanista e durante innumerevoli derby in cui lui, per 14 volte, ha lasciato il proprio sigillo. Un'autentica bestia nera per l'Inter, che si è confermata tale al 21'  del primo tempo, con un sinistro velenoso e fortunato che ha mandato i suoi in paradiso e i nerazzurri all'inferno. Poi, però, nel finale il grande ribaltone ha stabilito i reali valori sul terreno di gioco. A godere, alla fine, sono stati i tifosi dell'Inter, non due ma tre volte: per l'impatto emotivo di un rush finale da sogno; per il primo posto nel girone; per aver zittito il buon Shevchenko, gioia sempre grande nonostante oggi indossi un'altra maglia. Il nemico di tante battaglie può cambiare divisa, ma rimane sempre lo stesso.

Il 2-1 di Kiev è un messaggio anche a Valery Gazzaev, che alla vigilia del match contro l'Inter ha palesato grande sicurezza: "Secondo me i nostri giocatori sono più forti di quelli dell'Inter, i nerazzurri hanno punti deboli". Probabilmente è vero che la squadra di Mourinho ha ancora qualcosa da sistemare, come tutte le squadre del pianeta. Ma di certo sostenere che la Dinamo Kiev vanti giocatori migliori rispetto al gruppo nerazzurro pare azzardato. Mou gli ha risposto poco dopo chiedendogli di indicargli quali sarebbero i punti deboli della sua squadra, ma probabilmente il messaggio è arrivato più forte e chiaro durante il secondo tempo, quando non solo i numeri, ma anche l'evidenza del campo, hanno dimostrato che Gazzaev, ottimo allenatore senza dubbio, ha però una visione un po' opinabile del calcio. E nel caso non lo avesse ancora capito, lo stesso Mou gli ha inviato un altro dei suoi tipici messaggini: "Cosa avrei fatto al suo posto? Io non sono l'allenatore della Dina­mo Kiev, un allenatore che ha detto che la sua squadra era tecnicamente più forte di noi...".


Altre notizie