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Caso Juventus - Perché puniti solo loro? Le motivazioni: dalla lealtà sportiva ai campionati falsati

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Perché la Juventus è stata colpita con 15 punti di penalizzazione e le altre società sono state assolte? Questa è la domanda che si fanno in tanti e alla quale prova a dare risposta la Gazzetta dello Sport.

"Stando all’udienza e alla sentenza di venerdì, possiamo dire che di fatto la Juventus non è stata condannata per le plusvalenze. Cerchiamo di spiegarci. Il ragionamento fatto dal procuratore della Figc Giuseppe Chiné durante la sua requisitoria, ragionamento che evidentemente la Corte ha condiviso, sganciava la questione “valore del tale giocatore” - e dunque il conseguente concetto di plusvalenza - dall’illecito contestato. Chiné lo ha detto chiaro parlando del metodo di valutazione dei calciatori che nel primo processo aveva portato all’assoluzione di tutti i club: «Il metodo oggi è irrilevante perché il metodo non c’è mai stato. Le plusvalenze venivano decise a tavolino, non si discuteva di doti in campo ma di numeri da mettere a bilancio, ci sono delle x al posto dei nomi dei calciatori perché non contavano doti tecniche o prestazioni, contava solo ripianare la perdita». In pratica si è andati oltre la violazione in sé (la plusvalenza fittizia) per evidenziare, e poi condannare, la mancata lealtà di club e dirigenti".

Gli elementi di novità rispetto al primo processo sono state le intercettazioni, ma non solo. Anche il 'libro nero' di Paratici ha avuto il suo peso. La distinzione tra la situazione della Juve e quella degli altri club è stata solcata anche dall'accusa di aver falsato i campionati. "La Juve, secondo il procuratore, muovendosi all’interno di un «sistema» artificioso, avrebbe avuto vantaggi economici importanti: «Nelle stagioni al vaglio il club aveva perdite molto significative, ma invece di mettere le mani in tasca, ripianarle e quindi non fare mercato, ha creato plusvalenze fittizie che le hanno permesso di mettere soldi veri sul mercato e acquistare giocatori che ha poi schierato, falsando la competizione sportiva a danno di altre società che hanno ripianato veramente e che non hanno fatto mercato ma magari hanno venduto i gioielli di famiglia. Ci sono club che hanno dovuto cedere calciatori da 20 gol a campionato e l’anno successivo in classifica hanno pagato dazio»".


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