Caso Motta, sconfitta a prescindere: Ranieri dovrà ridargli motivazioni
Prima la Lazio, poi il Lecce. Si possono fare ragionamenti tattici e matematici di ogni genere, ma il 4-4-2 su cui Ranieri ha costruito la splendida rimonta in campionato, interrottasi al Via del Mare, necessita di Thiago Motta. Contro i biancocelesti è arrivata la vittoria ma la sua assenza si è sentita tremendamente. Poi in casa dei giallorossi, nella ripresa, il modulo è naufragato nel disordine e nella povertà offensiva. Poche idee e confuse, insomma, rispetto a un primo tempo in cui a costruire ha pensato Sneijder.
L'italobrasiliano, a parole, è stato bloccato e non partirà, per la gioia di Ranieri che lo ritiene, a ragione, necessario. Magari non tutti vedono in lui un fuoriclasse, però è palese quanto la sua presenza pesi nell'economia del gioco nerazzurro. La coppia Zanetti-Cambiasso fa tantissima legna e corre per tre, ma non ha la capacità di dare geometrie ai compagni che le ruotano intorno. Ed ecco che Lucio deve salire per sfruttare gli spazi concessi dalle retroguardie avversarie, lasciando scoperta la sua. Una pecca a cui il tecnico dell'Inter aveva messo una toppa rendendo Thiago Motta un inamovibile.
Salvo sorprese, dunque, l'oriundo rimarrà a Milano almeno fino a giugno, anche perché è improbabile trovare un sostituto all'altezza nei prossimi due giorni. Ma se resta deve farlo con la voglia di guadagnarsi il PSG a fine stagione, evitando di bivaccare da qui a sei mesi. A Napoli un suo doppio errore è costato la sconfitta, perché con la testa Motta era altrove. La speranza è che, dopo il 31 gennaio, il centrocampista riesca a trovare le giuste motivazioni per riprendersi il ruolo guadagnato dall'arrivo di Ranieri sulla panchina interista. Senza concentrazione, e la Tim Cup lo ha confermato, Thiago è un giocatore normale, se non addirittura dannoso. Pertanto, se l'allenatore vuole continuare a insistere sul 4-4-2 (ma il discorso vale anche per il 4-3-1-2 con Sneijder), nella lista delle cose da fare di certo avrà scritto: 'recuperare psicologicamente il numero 8', che convinto di andare a Parigi si ritrova altri sei mesi a Milano, senza un rinnovo che probabilmente non arriverà neanche prossimamente. A meno che la società non decida di puntare su di lui anche per il futuro.
Situazione ingarbugliata fuori dal campo che inevitabilmente si avverte anche nel rettangolo di gioco. Chiaramente, a Lecce Motta non ha giocato per un (presunto) problema al polpaccio, ma non è detto che la sua prestazione sarebbe stata all'altezza alla luce del suo stato psicologico. Fino a quando il mercato sarà aperto, lui faticherà a essere il solito affidabile centrocampista che il tifoso interista ha imparato a conoscere e apprezzare. E anche dopo, se davvero il suo destino sarà fare le valigie a giugno, non è scontato attendersi il massimo della concentrazione da parte sua. Nel calcio come nella vita la differenza la fanno le motivazioni e pur scommettendo sulla professionalità di Thiago Motta, è ipotizzabile, umanamente, che senza un rinnovo scritto non darà il 100% per la causa nerazzurra, che non sentirà più sua.
Urge dunque un rimedio, perché Ranieri non può fare da allenatore e psicologo contemporaneamente senza il supporto del club: o si arriva al rinnovo del contratto, o si cede il giocatore ai francesi pretendendo che paghino il giusto, reinvestendolo poi su un elemento che possa fare al caso del tecnico. Sempre che esista, al momento, visto che lui non ne è convinto. Ad ogni modo, ed è un dato di fatto, da questa faccenda l'Inter non ha tratto nulla di buono e la campagna di rafforzamento potrebbe paradossalmente avere indebolito la squadra, anche se non si arriverà alla cessione illustre.