Chivu: "Nel 2010 ho bevuto un caffè con la morte. Ora con l'Inter vogliamo costruire qualcosa di importante"
Dopo aver raggiunto la finale di Champions League per due volte nelle ultime tre edizioni, l'Inter lotta nuovamente per raggiungere il traguardo delle prime otto posizioni nella League Phase. Il compito questa volta è nelle mani di Cristian Chivu, protagonista di un'intervista per 'The UCL Show', il magazine ufficiale della competizione, al quale il tecnico romeno racconta quello che è il suo legame con i colori nerazzurri: "Dell'Inter ti innamori subito, ti innamori della storia. Ho trascorso tanti anni in questa squadra come giocatore e da allenatore, avendo iniziato qui il mio percorso da tecnico nel settore giovanile dove sono rimasto sei anni. Adesso ho una grande responsabilità nel fare l'allenatore della prima squadra".
I ricordi poi tornano alla vittoria della Champions nel 2010: "Erano 43 anni (in realtà 45 anni, ndr) che l'Inter non vinceva il trofeo. È stato bello perché abbiamo vinto il Triplete, ma non bisogna accontentarsi solo di quello. Stiamo cercando di costruire qualcosa di importante perché i grandi uomini ci sono anche oggi in questa squadra, che hanno bisogno di sostegno, fiducia e autostima per poter poi raggiungere qualcosa di importante". Parlando poi di ambizioni personali, Chivu aggiunge: "Non mi metto mai a pensare a quello che potrei vincere io, sono una persona che pensa sempre alla felicità degli altri. Non ho più l'ego, forse l'ho perso nel giorno che mi sono fatto male alla testa", con riferimento al grave scontro con Sergio Pellissier subìto nella famosa sfida col Chievo: "Quel giorno ho bevuto un caffè con la morte... Ora sono più resiliente, forse, perché ho vissuto delle cose non belle dal punto di vista fisico o mentale. La mia seconda vita è quella di un'altra persona, migliore di quella di prima".
Come Chivu sta gestendo la sua creatura in campo? "Non ho mai voluto stravolgere, non ho mai voluto perdere quanto di buono ha fatto il club in questi anni. Volevo aggiungere qualcosa e sto continuando a farlo. L'obiettivo è ringiovanire, quello della società è però quello di aggiungere sempre quel qualcosa in più che ti permetterà di scrivere una pagina nel libro dell'Inter".