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"Con l'Inter non abbiamo nulla". Bravo Marotta, ora spiegalo ai tifosi!

di Christian Liotta

"Con l'Inter noi non abbiamo nulla". Parole e musica di Beppe Marotta, che ieri, in occasione dell'assemblea ordinaria di Lega, ai microfoni dei giornalisti ha detto di non temere alcun tipo di deriva sul campo della tensione creatasi tra Inter e Juventus a poche setimane dalla sfida di San Siro che vedrà di fronte nerazzurri e bianconeri. Anzi, l'Amministratore delegato bianconero si dice convinto che in campo prevarranno la professionalità dei giocatori e lo spettacolo, come del resto, sostiene l'ex dirigente della Sampdoria, è già avvenuto l'anno scorso, con due gare sempre all'insegna del fair play.

L'analisi di Marotta, almeno sul piano di quanto visto in campo negli ultimi match tra Inter e Juventus, soprattutto in quelli successivi al ritorno dei bianconeri dopo l'anno di purgatorio in Serie B, alla fine è sostanzialmente corretta: effettivamente, gli ultimi scontri sono stati contraddistinti sostanzialmente da molta carica agonistica, come è giusto che sia in occasione di match particolarmente sentiti come questo; carica che però praticamente mai è trascesa in episodi particolarmente gravi (escludendo magari il perone rotto di Figo per un brutto tackle di Nedved...). Insomma, partite vere, dettate sempre dalla voglia di vincere, ma mai dalla voglia di farsi solo del male.

Insomma, Marotta rende omaggio alla professionalità dei giocatori bianconerazzurri, parole che indubbiamente gli fanno onore. Però adesso da Marotta è giusto attendersi un piccolo passo in più, ovvero sarebbe bello se Marotta riuscisse a inculcare questo concetto di fair-play anche ai tifosi bianconeri. Anche se qui l'impresa diventa decisamente più ardua: perché da quell'ormai famigerato 2006, da quello scudetto sottratto alla Juventus e riassegnato all'Inter dalla giustizia sportiva, ormai il tifo juventino ha individuato senza appello nell'Inter e nei suoi personaggi più rappresentativi l'origine di tutti i mali della Signora; così come, per un incontrollabile meccanismo di riflessi, l'Inter vede nella Juventus l'untrice dalla quale derivano le mancate vittorie pre-2006. E Calciopoli, a quanto pare, le ha poi dato ragione, al di là di quelle che sono le interpretazioni della controparte. Ogni occasione diventa buona per mostrare quanto sia alto l'astio (per non usare parole ancora più pesanti) nei confronti di tutto ciò che rappresenta o magari solo ricorda l'Inter. E purtroppo, non sono rari gli episodi deprecabili di cui si sono resi protagonisti, dai cori contro Balotelli a quello, più recente e ancora più squallido, in cui si oltraggia la memoria di personaggi come Facchetti o Prisco, dove si auspica un medesimo destino anche per il presidente Moratti.

Astio pesante, talvolta alimentato anche da certe dichiarazioni improvvide di esponenti del mondo bianconero e dalla pressione di alcuni organi d'informazione che spesso non fa altro che gettare benzina su una fiamma già troppo ardente. E che rischia di diventare ancora più pesante in virtù dei fatti di quest'estate, con la mancata revoca del tricolore ai nerazzurri da parte della Figc. La partita si avvicina, Marotta oggi ha provato ad aprire una strada verso la distensione, l'auspicio è che questo lavoro soprattutto in casa Juventus possa andare avanti perché si arrivi alla sfida in un clima tale che i contenuti della vigilia siano solo esclusivamente quelli del campo, con gli accenni su quanto accade al di fuori ridotti al minimo. Lo meritiamo tutti, lo merita in primo luogo questa Juve di Conte che sta giocando a livelli ottimali e merita tutte le luci della ribalta. Un lavoro che poi prosegua fino alla gara di ritorno nel nuovo stadio della società bianconera. Sarebbe bello vedere lì la prova di maturità definitiva, assistere solo a uno spettacolo sul campo senza macchie di cori beceri, incidenti o quant'altro. E' chiedere forse troppo?


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