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Con Mancini come con Mazzarri: Kuz risponde presente. Numeri chiari

di Redazione FcInterNews.it

Se c’è un anello di congiunzione inatteso tra le gestioni di Mazzarri e Mancini questo è senza dubbio Zdravko Kuzmanovic. Il serbo era stato tra i protagonisti nelle ultime partite guidate dall’allenatore di San Vincenzo, sempre tra i migliori nonostante prestazioni complessive troppo spesso sotto tono. WM lo aveva promosso a causa dei problemi muscolari che hanno frenato Hernanes e l’ex Stoccarda ha risposto bene. Nulla di eccezionale, ma sufficienze piene e soprattutto una duttilità tattica che ha permesso alla squadra di manovrare meglio in fase offensiva.

TOTALE FIDUCIA - Prima del derby sembrava chiaro che Kuz potesse dare il meglio da mezzala, in quanto bravo ad attaccare gli spazi. Mancini però lo ha riportato dietro, davanti alla difesa, complici le condizioni non ancora ottimali di Yann M’Vila, principale alternativa nel ruolo, e la squalifica di Gary Medel. Anche in una zona del campo in cui non offre il meglio di sé, Kuzmanovic è stato probabilmente il migliore tra i nerazzurri nella stracittadina: tanta corsa e legna, qualche giocata di qualità e soprattutto la lucidità necessaria per non farsi sopraffare in situazioni complicate, usata anche a vantaggio di compagni meno esperti e più emotivamente in difficoltà.

SICUREZZA STATISTICA - La prestazione nel derby del serbo, a livello statistico (fonte InterData), merita menzione: 92 tocchi complessivi e il 96,3% di passaggi andati a buon fine (79 su 82). In altre parole, come direbbero gli americani, money in the bank, soprattutto paragonando le statistiche con quelle di Guarin, che ha perso ben 20 palloni giocandogli al fianco. Kuzmanovic è stato una delle chiavi dell’equilibrio dell’Inter nella nuova versione, in un modulo nuovo che però non lo ha scombussolato. Certo, per indole si sarebbe sganciato volentieri verso l’area rossonera, ma le consegne erano chiare: con Medel fuori e M’Vila non al meglio, a proteggere la retroguardia c’era solo lui e Mancini gli ha dato fiducia, ottenendo in cambio ciò che voleva.

SEMPRE SNOBBATO - Il colmo è che il nome del centrocampista di Thun è stato utilizzato, da critica e media, per sottolineare la pochezza del derby di oggi, povero di campioni. Lui però incassa con serenità, consapevole del fatto di non essere tra i più sponsorizzati ma puntando al contempo su una professionalità indiscutibile, che lo ha portato a lavorare sodo anche quando l’undici titolare non sembrava alla sua portata. Ha aspettato il suo momento e ha mostrato le sue qualità. Prima Mazzarri, ora Mancini si sono resi conto di potersi fidare di lui. Davanti alla difesa o da mezzala, titolare o dalla panchina, poco importa: Kuz risponde presente.


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