Conte: "È presto per parlare di scudetto, l'obiettivo è essere credibili. Var? Non capisco il metro"
Fonte: dall'inviato al Suning Training Centre (Appiano Gentile), Mattia Todisco
Prosegue al Dall'Ara di Bologna, domani dalle 18, il tour de force in cui l'Inter è impegnata prima della sosta. Antonio Conte, come di consueto è protagonista della conferenza stampa pre-partita al Suning Training Centre. FcInterNews.it è sul posto e propone le parole dell'allenatore salentino.
Trovate un Bologna ferito ma che anche a Cagliari ha dimostrato di essere difficile da mettere sotto. Cosa vuol vedere in campo domani?
"Il Bologna è un'ottima squadra, fa dell'intensità la sua arma migliore. Gioca a tutto campo ed è in un buon momento di forma nonostante la sconfitta a Cagliari. Dovremo fare la nostra partita, abbiamo iniziato a prepararla e bisognerà ribattere colpo su colpo. Servirà dare il 100%".
È soddisfatto dei progressi di Lautaro? Ha un po' di timore che possano portarvelo via?
"Credo sia più importante guardare al presente, da quello costruisci il futuro. Sta facendo bene, ha fatto ottimi progressi e ha margini di miglioramento. Ha 22 anni, deve lavorare così sapendo che può migliorare. Di notizie di mercato ne escono talmente tante che non è un problema. Sono altre le preoccupazioni che ho".
Come ti poni rispetto alle polemiche sul Var?
"È difficile dare consigli perché non viene utilizzato nella stessa maniera da tutti e questo lascia perplessi. È inevitabile che per le cose grosse è importante avere questo strumento. Toglie l'errore grosso ed è già una grande cosa. L'anno scorso ero più positivo. Quest'anno vedo che a volte viene utilizzato ed altre no e non capisco il metro di giudizio. Questo non è positivo perché crea precarietà. È difficile fare l'arbitro, questo sicuro. Fossi arbitro, avendo il Var a disposizione prenderei la decisione ma poi mi metterei nelle mani della tecnologia. Se c'è qualcuno che può guardare arbitrerei anche con più serenità sapendo che c'è una struttura che può correggere un mio errore. Magari da allenatore potessimo avere qualcosa che corregge le fesserie che facciamo. L'arbitro è avvantaggiato perché può scendere in campo sereno sapendo che il Var può aggiustare. Devono essere molto sereni, sapendo che non è semplice fare l'arbitro".
Secondo Marotta non è obbligatorio lo scudetto. La percentuale di vincerlo è ancora dell'1%?
"Noi dobbiamo cercare di fare del nostro meglio. Come ha detto Gasperini, oggi parlare di scudetto è un aspetto mediatico. Facciamo del nostro meglio, sappiamo quali sono i nostri limiti e stiamo lavorando fuori e dentro il campo, uscendo sempre con la maglia sudata e rendendo orgogliosi i nostri tifosi. Oggi è difficile parlare di altro. Non sarei serio".
Di quanti innesti avrebbe bisogno la rosa per non essere corti?
"Non sono cose di cui devo discutere in sala stampa. Ci sono cose di cui discutere con la dirigenza, poi può essere anche che il mio punto di vista non sia giusto o che qualcuno la veda in maniera differente. Abbiamo iniziato un percorso, lo stiamo portando avanti. C'è grande sintonia, sappiamo che dobbiamo crescere. È un percorso che è iniziato quest'anno perché abbiamo cambiato tre giocatori su cui l'Inter ha costruito la base negli anni passati e abbiamo ricominciato. Come detto c'è grande sintonia, sappiamo dove e cosa fare per migliorare. Ma serve tempo, non c'è una bacchetta magica da parte di nessuno, ma la cosa buona è la grande disponibilità da parte dei calciatori e questo ci sta permettendo di ottenere risultati oltre le aspettative".
Dopo Juventus-Genoa, Ronaldo ha detto che i bianconeri hanno fatto fatica perché l'Inter sta mettendo pressione. Aver creato questo stato d'animo è un primo step nel processo di crescita?
"Per noi l'obiettivo è essere credibili. Questa è la cosa più importante quest'anno. Essere credibili vuol dire che gli altri cominciano a capire che ti sei messo sul giusto percorso. Credo che quest'idea sia stata trasferita all'esterno per quel che stiamo facendo fuori e dentro il campo. Ribadisco il mio pensiero: abbiamo iniziato un percorso e ci vorrà del tempo. Dovremo essere bravi a non scoraggiarci quando le cose non saranno tutte positive e dovremo essere bravi a non esaltarci quando saranno molto positive. Dobbiamo rimanere calmi. Dobbiamo avere il focus e una visione. Già avere una visione è importante, se hai l'ambizione di tornare a vincere. Credo che piano piano questa visione ci sta entrando nella testa e sarà molto importante per il futuro".
Dopo Brescia ha detto di aver capito alcune cose che non le erano chiare a giugno. Quali sono?
"Non credo di aver detto qualcosa di diverso da un altro allenatore. Ogni tecnico quando arriva in una squadra nuova ha bisogno di tempo per entrare mani e piedi nella situazione e capire le sfaccettature, capire 'come gira'. Sono contento del fatto che adesso la situazione è molto più chiara perché avendola più chiara io la posso spiegare anche al presidente e ai dirigenti. Quando arrivi, con tutta la buona volontà puoi dare indicazioni parziali. Puoi farti un'idea. Dopo quattro mesi inizi a capire e fartene una personale, sempre per apportare dei miglioramenti e per andare avanti".
Ha ripetuto più volte di essere un professionista. Con che occhi guarderà domani Torino-Juventus, con quelli granata?
"Con tutta la buona volontà da parte sua per cercare di farmi fare polemica, io guardo in casa nostra. Guardiamo domani a Bologna, a una partita molto difficile in cui dovremo essere al 100% per uscire con tre punti dal Dall'Ara. Concentriamoci col nostro che è già importante".
Lautaro sta arrivando ad essere simili a qualcuno con cui ha lavorato?
"Io incrocio le dita perché ogni volta che parlate bene di qualcuno poi 'canna' la partita. È un ragazzo giovane, sta giocando con continuità. Ha tutto un suo percorso da fare. Ha delle buone qualità e delle prospettive. Deve cercare di essere più cattivo quando ha delle occasioni perché l'attaccante forte è quello che alla minima palla che vola in area fa gol. Questo è un processo di crescita per Lautaro, ma come detto ha voglia di lavorare e migliorare. E' all'inizio di un percorso che come detto anche prima dovrà essere bravo a disegnarsi per arrivare al top. Io voglio sempre migliorare i calciatori ma poi la volontà deve essere la sua perché deve avere quel sacro fuoco per sacrificarsi e sopportare la fatica".
Lazaro ha giocato molto poco, cosa gli manca per giocare? L'ipotesi prestito è veritiera?
"Io ho già parlato di Lazaro. Come ho detto in precedenza è un ragazzo giovane che ha delle qualità ed è stato visto più volte. Un Nazionale austriaco, tra i più promettenti. L'anno scorso all'Herta non aveva le pressioni che ha all'Inter. Bisognerà avere pazienza. Lui sta lavorando ma è inevitabile che bisognerà dargli una chance per partire dal 1' e giocarsi le sue carte. Altri discorsi non sono mai stati toccati, lo abbiamo preso facendo un investimento giusto perché è giovane ed è un Nazionale austriaco. Abbiamo speso 20 milioni, ci crediamo. Pensiamo possa essere un buon investimento e crescere. Bisognerà dargli una chance e vedere che tipo di risposta dà. Anche su Sensi abbiamo fatto un investimento. L'anno scorso non era inamovibile, ha dato delle risposte più veloci. Lo stesso Barella è arrivato dal Cagliari. Lui sta dando risposte più lente".
FcIN - Come ha ritrovato la squadra dopo il giorno libero durante la settimana?
"Lo abbiamo fatto lo scorso mese anche. Vuoi o non vuoi c'è un dispendio di energie elevato e se c'è la possibilità si dà. Dare un giorno libeor significa staccare e rigenerarsi sotto tutti i punti di vista. In Inghilterra lo avevo messo come condizione. Ogni vittoria c'era il giorno libero. In una settimana abbiamo vinto tre partite e abbiamo lasciato tre giorni. Questo per farvi capire anche la differenza tra i campionati, tra mentalità. Lì chi non partecipa alle coppe europee dà due giorni liberi in mezzo alla settimana. Se do un giorno libero è perché se lo meritano".
Crede che Matic possa essere ancora importante in una squadra?
"Non parlo di altri calciatori perché mancherei di rispetto per lui, la sua società e per i miei calciatori. Ho grande affetto per chi mi ha portato a vincere qualcosa di importante ma mancherei di rispetto ai miei giocatori ed è l'ultima cosa che voglio fare".
La situazione attuale è analoga a quella della Juve nel 2011/2012 contro il Milan?
"C'è una differenza importante, quel primo anno non avevamo le coppe. Potevamo dedicarci anima e cuore a quell'impresa. Noi giochiamo il campionato, poi la Champions. Non è la stessa cosa, il dispendio è molto elevato. Non si possono fare paragoni. Su una cosa sono certo: anche qui bisogna andare a mille all'ora, perché se stacchiamo il piede dall'acceleratore è difficile vincere la partita. Bisogna andare a 2.000. Non siamo costruiti per gestire le partite e portarle dalla propria parte. Ce la dobbiamo andare a cercare con fatica e sudore, la vittoria. Questo è fuor di dubbio e deve essere chiaro per tutti".
A che punto sono nel processo di recupero gli infortunati?
"Vecino si è allenato ieri con il gruppo. Anche Ranocchia è stato reintegrato. Sensi dovrebbe oggi prendere parte all'allenamento. Sanchez sapete benissimo che è lungodegente. D'Ambrosio si sta allenando, dipende dalla sensibilità sua, dalla percezione del dolore. Parliamo di una frattura al dito. Ma siamo fiduciosi di avere anche lui quanto prima".
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