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Conte in conferenza: "Contrario alla ESL, ma Uefa e Fifa riflettano. Futuro? A fine stagione va fatta chiarezza"

di Egle Patanè

Dopo l'1-1 ottenuto contro il Napoli, l'Inter replica il risultato del Maradona e anche contro lo Spezia passa in svantaggio per un errore evitabile per poi recuperare senza riuscire a trovare il gol che consegna i tre punti. Aspetto che non preoccupa Antonio Conte che in conferenza stampa parla delle occasioni sprecate ma si complimenta con i suoi ragazzi. "Tutti quanti avremmo messo una firma per arrivare a questo punto della stagione in questa maniera. Oggi dispiace perché avremmo meritato di più per quanto visto in campo e per gli episodi. Abbiamo avuto tante occasioni, potevamo essere più qualitativi davanti però capisco che il pallone inizia ad essere leggermente più pesante. Ci sono ragazzi che stanno arrivando per la prima volta al rush finale vedendo un obiettivo straordinario come lo scudetto. Ho fatto i complimenti ai ragazzi, non abbiamo sottovalutato niente e nessuno e una grande squadra è sempre umile. È la base delle grandi vittorie".

Quanto è vicino il traguardo?
"Sicuramente le partite iniziano a diminuire e la meta iniziamo a vederla. Come per tutte le cose, quando inizi a vedere la meta inizi ad essere un po’ in fibrillazione. Noi dobbiamo essere tranquilli e fare affidamento sul nostro lavoro e le nostre conoscenze. Abbiamo lavorato tanto e i ragazzi sanno di essere nelle condizioni di poter fare qualcosa di importante e straordinario quest'anno".

Cosa ti aspetti di vedere ulteriormente da questa Inter?
"Mi aspetto di vedere l’Inter che ho visto quest’anno ma anche l’anno scorso. Mi aspetto di continuare a crescere perché stiamo vivendo un’esperienza nuova: l’anno scorso in Europa League abbiamo giocato una finale e siamo arrivati secondi in campionato, abbiamo fatto un percorso importante. Quest’anno abbiamo la possibilità di vincere lo scudetto, di migliorare ancora e fare qualcosa di eccezionale. Fare qualcosa che anche le altre squadre nell’ultimo decennio non hanno fatto". 

Qual è la tua idea sulla Super League?
"La mia idea è che nello sport la tradizione è importante perché significa storia e come tale va rispettata. Penso che ogni paese debba mantenere le proprie tradizioni che non vanno toccate. Il calcio è passione, non è solo business, e poi c’è l’aspetto meritocratico. Nello sport deve esserci una competizione: il lavoro ti porta a vincere. Poi c’è un altro punto di vista e penso che gli organismi importanti come Uefa e Fifa, che organizzano tornei, è giusto che facciano le giuste riflessioni perché i club investono su giocatori e allenatori. Loro organizzano soltanto i tornei e alla fine si prendono i diritti, non capisco il motivo di prendere dieci e dare solo tre, questo dovrebbe far riflettere. Si utilizzano giocatori di proprietà dei club, le squadre che partecipano a livello meritocratico, perché ci sono arrivate per merito, è giusto che poi vengano ripagate. Dovrebbero rendere più congrua la parte riservata alle squadre di calcio. Sono contrario alla Superlega".

I tifosi ti vedono come un riferimento importantissimo. Ti vedi ancora qui a lungo?
"Come sto ribadendo continuamente noi dobbiamo lavorare e guardare il presente. Possiamo incidere sul presente, inutile nascondersi dietro ad un dito, quest’anno ci sono state vicissitudini societarie, problemi cambiati per tanti motivi... È inevitabile che alla fine della stagione si dovrà fare chiarezza perché credo che i tifosi lo meritano". 


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