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Conte ribadisce: "L'Inter veniva da un 4° posto, ho lasciato un lavoro finito"

di Alessandro Cavasinni
Nel corso dell'intervista concessa a 'Sportweek', settimanale della Gazzetta dello Sport in edicola domani, Antonio Conte è tornato a parlare anche dello scudetto nerazzurro dell'anno scorso. "Non mi hanno mai spaventato le sfide, mi basta avere anche solo un 1% di possibilità di vincerle per iniziare la mia battaglia - sottolinea l'attuale manager del Tottenham -. Non ho mai preso squadre che avevano vinto l’anno prima, i miei sono sempre percorsi di ricostruzione. La Juve veniva da un ottavo posto, il Chelsea da un decimo, l’Inter da un quarto. So che ci vorrà un po’ di pazienza stavolta. A Milano ho lasciato un lavoro finito. Qui devo ricominciare daccapo ed entrare a stagione in corso non è mai semplice. Levy? Ha dimostrato di volermi a tutti i costi. Nelle sue parole e negli investimenti fatti ho percepito una visione: la voglia di eccellere. Mi sono detto: se uniamo questa capacità fuori dal campo a quello che posso dare io in campo, si può davvero impostare un lavoro serio e profondo. Crescere e competere con gli altri grandi club inglesi. Oggi c’è un gap tra gli investimenti fatti dalla proprietà e i risultati sportivi: dobbiamo colmarlo".

"Fedele a quel motto degli All Blacks, “Lascia la maglia meglio di come l’hai trovata”, mi spendo totalmente, anima e corpo, per la società per cui lavoro - sottolinea l'ex allenatore nerazzurro -. Non smetto mai di crescere, di aggiornarmi, di trovare nuove soluzioni. Io studio calcio tutti i giorni. È la mia vita, la mia passione, il mio lavoro: la mia magnifica ossessione. Per restare al top non ci si deve sedere mai. Qui al Tottenham stiamo ripartendo dall’abc. I tifosi mi hanno riservato un’accoglienza incredibile, si è creato immediatamente un grande feeling".


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Lunedì 16 dicembre