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Contro il Chelsea servono un Turning Point e la fiducia in Mourinho

di Alberto Casavecchia

Josè Mourinho-Chelsea, binomio storico e indissolubile. Il tecnico lusitano ha portato nell’elite del calcio inglese, con gli scudetti che mancavano da ben 50 anni, e con le diverse coppe nazionali conquistate nel corso dei suoi quasi quattro anni, il team londinese. In Champions Mou si è solo fermato dinanzi al Liverpool in due occasioni nel 2005 e nel 2007, in quest’ultima furono i rigori ha stoppare la seconda finale di Champions di una squadra dello Special One, dopo una semifinale dominata dai Blues. I londinesi sono da tempo tra le top team (per usare un termine familiare al tecnico di Setúbal) dell’Europa che conta e questo proprio al lavoro fatto da Josè nel corso degli anni a Londra, quando la squadra di Abramovic da accozzaglia di campioni e con un potenziale enorme divenne protagonista nella competizione europea massima.

Da lì tutto è cambiato: Mourinho lasciò il Chelsea con tanti trofei e bei ricordi e portò con sè un rapporto burrascoso con Abramovic che in futuro avrà le sue ripercussioni, specie sul mercato nerazzurro nei rapporti con il Chelsea stesso. Mou arriva all’Inter in pompa magna e nelle intenzioni, mai tanto velate, di Moratti c’è una squadra scintillante anche in Europa. Dopotutto si scrive che il tecnico è all’Inter per portare in bacheca la coppa dalle grandi orecchie, che nella sede nerazzurra manca da più di 40 anni. Ora forse è giunto il momento che quel tecnico, che la stampa salutava come colui che avrebbe dato all’Inter la terza Coppa Campioni (oggi Champions League), salga in cattedra, si prenda le sue responsabilità e quelle della squadra e guidi l’Inter nel mare della competizione, laddove la tempesta Chelsea incombe. Mourinho, capitano di lungo corso, ben conosce l’ambiente Chelsea, avendo contribuito in larghissima parte a creare quel commando da guerra che semina distruzione in Inghilterra ed Europa, avendolo allenato e conoscendo a menadito lo zoccolo duro di questo team, i pregi ed i difetti di campioni come Carvalho, Essien, Lampard, Ballack, Deco e Droga, giusto per citarne alcuni.

Il vascello nerazzurro, inaffondabile nelle acque nazionali, è quasi sempre affondato in acque europee quando la mancanza di esperienza nei momenti difficili si è sempre fatta vedere. I tifosi dell'Inter che, come sempre, cercano il buono, vedono il Chelsea come il “Turning Point” della stagione e della storia recente nerazzurra; un eventuale trionfo contro gli inglesi aprirebbe orizzonti incredibili per i nerazzurri a cui manca un’impresa del genere per acquisire maggiore esperienza nelle acque mosse e pericolose dell’Europa che conta, dove sta alla bravura del capitano portare la nave sulla giusta rotta, quella della vittoria, rotta tante volte battuta, altrove, dal capitano Mourinho.


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